1984

Dopo il Mondiale vinto, il peggior cammino nel girone di qualificazione

1984

Alle Qualificazioni per l’Europeo 1984 prendono parte 32 delle 34 Federazioni UEFA: la Francia è qualificata di diritto in quanto Paese ospitante della Fase Finale, mentre il Liechtenstein non partecipa alla competizione. La fase a gruppi si svolge in 7 gironi (da 4 e 5 squadre), dai quali le prime classificate accedono alla fase Finale.

L’Italia è inserita nel girone 5 con Romania, Cecoslovacchia, Svezia e Cipro e inizia il suo cammino a novembre 1982, sull’onda dell’entusiasmo del terzo mondiale vinto in Spagna nell’estate precedente. A Milano, però, all’esordio con i cecoslovacchi si vedono le avvisaglie di qualche scricchiolio nel gruppo mondiale: due volte in vantaggio (Altobelli, poi autorete di Kapko), gli Azzurri si fanno riprendere sul 2-2. Un mese dopo, a Firenze, altro pareggio: 0-0 con la Romania, che nel frattempo è alla sua terza partita ed è già a 5 punti (2 vittorie prima del match in Italia).

A inizio 1983, le cose si complicano ancora di più: a febbraio l’Italia non va oltre l’1-1 a Cipro e ad aprile è sconfitta dalla Romania a Bucarest (gol di Boloni). In classifica Romania a 7 e Svezia a 5, Italia a 3 punti dopo 4 gare. Ci sarebbe spazio per l’impresa, vincendo le ultime 4, a cominciare dalle due sfide con la Svezia, che però affondano definitivamente i sogni di gloria azzurri: a Goteborg (2-0, Eriksson e Corneljusson) e Napoli (0-3, doppietta di Stromberg e Sunesson) arrivano due clamorose sconfitte, alle quali, tra l’altro, ne segue un’altra a Praga con la Cecoslovacchia (2-0, doppietta di Rada). L’Italia è quarta davanti solo a Cipro, battuto nell’ultima gara a Perugia (3-0, Altobelli, Cabrini e Rossi), all’Europeo va la Romania. E’ il peggior cammino nelle qualificazioni europee della nostra storia (1 vittoria, 3 pareggi e 4 sconfitte), prima assenza dalla Fase Finale dall’allargamento a 8 squadre (1980, seguirà poi quella del 1992), ma l’eco del Mondiale appena vinto salva la panchina del CT Enzo Bearzot, che lascerà poi due anni dopo, al termine del Mondiale 1986 finito agli ottavi.