1966

Tante polemiche e pochi risultati

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L'ottava edizione della coppa Rimet viene assegnata all'Inghilterra, che è ormai uscita dallo "splendido isolamento" in cui si era rifugiata dagli albori del calcio. L'Italia di Edmondo Fabbri arriva ai mondiali in un clima di polemiche che risulteranno fatali al C.T. abile tattico ma modesto diplomatico. Inseriti nel gruppo 4 in compagnia di due nostre bestie nere come U.R.S.S. e Cile e di un debuttante come la Corea del Nord, gli azzurri esordiscono a Sunderland battendo i sudamericani con un goal di Mazzola e Barison. Alla fine Fabbri sbotta:"se giochiamo così, andiamo fuori subito" .

Abbandonata dai dirigenti federali, impegnati in lotte politiche dai contorni gialli, la squadra si sente scaricata anche dal tecnico e puntuale arriva tre giorni dopo la sconfitta con l'Unione Sovietica. A questo punto per passare il turno basta un pareggio con i coreani, che giocano un calcio frenetico ma tatticamente approssimativo. Accerchiato dalla critica, che cerca di suggerirgli la formazione, Fabbri và nel pallone e manda in campo una squadra imperniata su un Rivera e su un Bulgarelli in non buone condizioni fisiche. A Middlesborough Perani fallisce tre facili palle goal, prima che l'infortunio di Bulgarelli lasci l'Italia in dieci a quel punto è naufragio: Pak Doolk fulmina Albertosi con un diagonale dal limite e l'Italia torna a casa accolta a Genova da un fitto lancio di pomodori.

L'Inghiltera viene intanto trascinata di peso in finale e a Wembley contro la Germania Ovest si consuma l'ultimo scandalo: sul 2 a 2 nel primo tempo supplementare un tiro di Hurst colpisce la traversa e rimbalza in campo. L'arbitro svizzero Dienst e il guardalinee sovietico Bakhramov vedono un goal che non c'è e il pubblico inglese esulta. Ancora Hurst nel secondo supplementare fissa il risultato sul 4 a 2. La Regina Elisabetta consegna la coppa Rimet al capitano inglese Bobby Moore, il calcio è tornato nella sua culla.