Gli occhi di Buffon sul futuro della Nazionale: "Vedere giocare i giovani Azzurrini mi risveglia bellissimi ricordi"
Il campione del mondo 2006, attuale capo delegazione della Nazionale A, ha assistito a bordo campo al raduno del centro dell'Under 15 di Battisti al 'Giulio Onesti' di Romagiovedì 24 ottobre 2024
Gianluigi Buffon è lì, a bordo campo. Lo riconosci subito, perché non è uno come gli altri, è un simbolo. Le mani grandi in tasca, lo sguardo attento. Non è più solamente l'eroe di Berlino. Oggi, Buffon è il capo delegazione della Nazionale, custode di un'eredità che porta con sé un peso unico. Stavolta, però, non sono i riflettori dei grandi ad attirarlo, ma la prossima generazione: i ragazzi dell'Under 15 del tecnico Enrico Battisti, che corrono e si confrontano, con lo stesso sogno che lui coltivava anni fa. Sul campo 3 del Centro di Preparazione Olimpica Acqua Acetosa 'Giulio Onesti' di Roma, intitolato alla memoria di Gianluca Vialli, i 44 migliori talenti dell'area del centro, divisi in due squadre, si sono affrontati in un'amichevole, che ha visto la selezione azzurra vincere 6-4 contro quella bianca.
"Questo raduno è una bellissima esperienza per loro - sottolinea il campione del mondo 2006 -, ma anche per me, perché rimette in circolo determinati pensieri ed emozioni, che erano ormai sopite. Sono passati 30 anni da quando ne avevo 15. Ricordo nitidamente le sensazioni, tra cui quel pizzico di ansia che provavo prima di questi eventi".
Per questi ragazzi, questa è stata qualcosa di più di una partita a ranghi contrapposti. È stato il momento di mostrare, a se stessi e a chi li guarda, che quel sogno può diventare realtà. Non c'erano trofei in palio oggi, ma per molti di loro c'era qualcosa di più prezioso: un'occasione, forse la prima di tante o forse l'unica. Buffon conosce bene quella sensazione, l'ha vissuta in ogni sua forma, da Parma a Torino passando per Berlino. Ora, da capo delegazione, il suo ruolo è diverso, ma la passione rimane intatta. Mentre le giovani promesse correvano, lui sorrideva, perché sa che il calcio, alla fine, è ancora una questione di sogni. E forse, in uno di quei ragazzi, ha rivisto se stesso: un giovane portiere con il mondo da conquistare. E chissà che, tra quei 44 giovani atleti, non ci sia il prossimo Buffon o il prossimo capitano che guiderà l'Italia in un'altra notte magica.
"Vorrei dare un consiglio a tutti quei ragazzi che inizialmente non verranno selezionati - conclude - dicendo loro di non perdersi d'animo e continuare a lavorare con passione, umiltà e voglia di migliorarsi, perché la strada è ancora lunga e niente è precluso".