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Mancini: “Vincere la Nations? Si, ma prima battiamo la Spagna. Servirà equilibrio, loro una grande squadra”

Nell’intervista con le piattaforme web e social della FIGC, il CT degli Azzurri parla anche dei suoi primi 5 anni in Nazionale: “Sono tanti, in Italia è difficile che un CT o un Presidente del Consiglio durino così tanto. Avrei voluto aver già vinto il Mondiale, dovremo aspettare altri 2 anni”

giovedì 15 giugno 2023

Mancini: “Vincere la Nations? Si, ma prima battiamo la Spagna. Servirà equilibrio, loro una grande squadra”

Alla vigilia di Italia-Spagna, semifinale di UEFA Nations League, questa sera al FC Twente Stadium di Enschede (ore 20.45 Rai 1 e Sky Sport 1), il CT della Nazionale Roberto Mancini racconta le sensazioni delle ultime ore sui profili ufficiali web e social della FIGC: “Le partite contro la Spagna sono sempre molto difficili, è una grande squadra, gioca un tipo di calcio molto offensivo e tecnico, lo fa da tantissimo tempo. Credo che la partita sarà equilibrata e per vincere dovremo avere un buon bilanciamento, attaccarli ma tenendo sempre un buon equilibrio”.

Mancini ribadisce di essere soddisfatto di aver raggiunto le Finali di Nations League, “vincendo un gruppo nel quale, qualcuno lo dimentica, c’erano Germania, Inghilterra e Ungheria, giocando con ragazzi molto giovani che avranno un grande futuro in Nazionale”, passando tra l’altro anche per il 5-2 in Germania, “con una squadra con tantissimi ragazzi e un'età media bassissima (24.9, la più bassa del ciclo Mancini, ndr)”. Ma anche che stasera sarà soddisfatto “solo se vinceremo”. Secondo il CT Azzurro, “sarebbe molto importante vincere la Nations League”, una competizione recente, alla quale “qualcuno dà meno importanza, o gliela dà solo se si perde…” Anche se poi, prima di alzare il trofeo, c’è ancora tanta strada da fare: “Sì, facciamo così, prima pensiamo ad andare in finale e poi ne parliamo…”.
 
In molti degli addetti ai lavori hanno parlato in questi giorni del clima all’interno della squadra, dal pre ritiro al Forte Village in Sardegna che ha preceduto il lavoro a Coverciano prima dell’arrivo a Enschede: “Sì, è simile, e comunque perlomeno siamo riusciti a lavorare 7-8 giorni insieme, cosa che normalmente non riusciamo a fare”. 

 

Qualche giorno fa, il 28 maggio, il CT ha festeggiato i suoi primi 5 anni in Nazionale e da Enschede guarda anche al cammino finora percorso: “Cinque anni sono tanti, è difficile fare così tanto il CT della Nazionale in Italia, un po’ come il Presidente del Consiglio. A volte si guarda indietro, ci sono stati momenti bellissimi e altri molto duri, ma fa parte dello sport e della vita, bisogna saper accettare tutto e guardare avanti, perché abbiamo degli obiettivi importanti. Avrei sperato di arrivare a questo anniversario avendo già vinto il Mondiale (oltre all’Europeo, ndr), perché era il nostro obiettivo e invece non ci siamo neanche qualificati, vorrà dire che dovremo aspettare ancora 3 anni…”.
 
L’ultimo pensiero va alle Nazionali Giovanili, all’Under 20, ai giovani italiani nei quali il CT ha sempre dimostrato di credere, spesso da solo. Elogia il lavoro di Carmine Nunziata, perché “quello che ha fatto con l'Under 20 nessuno se l'aspettava in quella situazione” e invita a riflettere su regolamenti e calendari delle competizioni internazionali, “perché in una manifestazione così importante va data la possibilità a tutte le Nazionali di avere a disposizione i migliori calciatori” e perché, in fondo, “se l'Italia fosse andata con Gnonto e Scalvini o con altri che non c'erano, secondo me avrebbe vinto tranquillamente”.