Giovanni Mauro

Commissario FIGC nel 1923 e Reggente nel 1943

Giovanni Mauro, fratello minore di Francesco, dirigente sportivo e Presidente di Coni e Figc, e come lui calciatore in squadre milanesi tra le quali Ausonia e Milan e poi confluito nell’Internazionale alla scissione del 1908 (entrambi Vice Presidenti), con la caduta del Regime Fascista il 25 luglio 1943, è nominato dal nuovo responsabile del CONI, il Conte Alberto Bonacossa, Reggente della FIGC, per il suo notevole prestigio riconosciutogli nel calcio e per non essersi compromesso con il regime.

Mauro ristabilì le libertà sportive soppresse dal Regime e il ripristino delle vecchie denominazioni delle società cancellando tutti i termini "fascista" e la riabilitazione dei soci e dei giocatori allontanati per motivi politici; cambiò il programma stabilito dal suo predecessore, il Marchese Luigi Ridolfi (Campionato Nazionale Misto su 3 gironi di 12 squadre comprendenti anche le squadre campane), stabilendo che ogni società delle tre serie nazionali avrebbe conservato la categoria, cancellando le retrocessioni stabilite sul campo.

Dopo soli due mesi di Commissariamento, però, la costituzione della RSI e la nomina di un Commissario fascista al CONI misero fine al suo periodo alla guida della FIGC, anche se dopo il 25 aprile 45, il CLN lo nominò "Commissario Straordinario" per l'Alta Italia, fino al 30 aprile 1946, termine che la Federazione si era data per riprendere il suo funzionamento normale.

La storia calcistica di Giovanni Mauro, però, è legata direttamente alla storia dell’AIA: dopo la fine della carriera da calciatore, aveva scelto di avvicinarsi all'arbitraggio, entrando nel gruppo che nel 1911 fondò al "Ristorante Orologio", nei portici dietro il Duomo di Milano, l'Associazione Italiana Arbitri. Ne sarebbe diventato Presidente nel 1924 (dopo aver guidato dall’autunno del 1911 al 1919 per 5 mandati consecutivi a parte il periodo in Guerra da Tenente degli Alpini il Comitato Regionale Lombardo a partire dalla sua costituzione), fondando la rivista “L’Arbitro”, ancora oggi organo ufficiale dell’Associazione, restando al vertice arbitrale (prima nell’AIA, poi nella nuova CITA, Commissione tecnica RAbitrale) fino al 1933.

Fu Arbitro Internazionale e scese in campo rappresentando l'Italia ai Giochi Olimpici di Anversa 1920 e Amsterdam 1928.

Nel 2011 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano (click qui).

Nella cerimonia a Palazzo Tursi a Genova il 27 febbraio 1949 la FIGC gli ha conferito il riconoscimento post-mortem di "pioniere del calcio italiano” con il distintivo d'onore per i dirigenti che avevano dato un contributo rilevante allo sviluppo del gioco del calcio in Italia nel periodo 1898-1914.