Francesco Mauro

Presidente FIGC nel 1915 al 1920

Francesco Mauro, ingegnere nel campo della refrigerazione, fratello maggiore dell'arbitro Giovanni che avrebbe poi guidato sia la FIGC che la neonata AIA negli anni seguenti, dopo l’inizio della Guerra, avoca a sé il titolo di Reggente pro tempore della Federazione: con il Presidente Montù al fronte, era in quel momento la figura “più alta in grado” essendo Presidente del Comitato Regionale Laziale della F.I.G.C. e Vicepresidente della Federazione.

Non arruolato perché aveva già svolto il servizio militare e avendo un'attività professionale propria, preferì non partire volontario come fece il fratello Giovanni e rimase alla guida della F.I.G.C. durante il periodo del Commissariamento. Come il Presidente Montù, negli anni della Guerra mise in palio la “Coppa Mauro” che però finì in polemica per la mancata assegnazione del trofeo al Milan sulla base dell'annullamento della partita Legnano-Internazionale (1-0) per l’ammissione dall'arbitro Rigoletto Trezzi di Milano dell'irregolare rete segnata.

Durante la stagione 1919-1920, in coppia con Nino Resegotti, è stato membro della Commissione Tecnica dell'Inter, vincitrice del suo secondo scudetto e dal 1920 diventa presidente del club, fino al 1923. Nello stesso periodo (21-23) è anche Presidente del C.O.N.I. e commissario della F.I.G.C. tra i due periodi di Presidenza Bozino.

Nella cerimonia a Palazzo Tursi a Genova il 27 febbraio 1949 la FIGC gli ha conferito il riconoscimento post-mortem di "pioniere del calcio italiano” con il distintivo d'onore per i dirigenti che avevano dato un contributo rilevante allo sviluppo del gioco del calcio in Italia nel periodo 1898-1914.