Dalla disfatta con la Corea del Nord prende vita l'AIAC: "L'idea di farsi sindacato, a tutela dell'allenatore"
La nascita dell’Assoallenatori ha una causa scatenante ben definita: siamo nel 1966 e l’uscita della Nazionale italiana al primo turno dei Mondiali con la Corea del Nord lascia sbigottito e tramortito il nostro calcio, con tutta l’Italia che punta il dito contro ilo Ct di quella spedizione, Edmondo Fabbri.
“Spirito di solidarietà, volontà comune di difendere diritti e interessi non erano mai emersi tra gli allenatori italiani, fermi a una dimensione singolare. La scintilla scoccò, nel 1966, alla fine del Campionato del Mondo, quando si decise di reagire scandalizzati alla generale persecuzione di Edmondo Fabbri, divenuto capro espiatorio dopo l’eliminazione azzurra contro la Corea del Nord. In Italia la ripercussione fu enorme, come si fosse perduto non una partita di calcio ma una guerra. Da qui una campagna denigratoria da parte della stampa, senza distinzioni, e l’idea nostra di farci sindacato, a tutela della figura dell’allenatore”.
Queste parole furono pronunciate anni dopo quel 1966 da Ernesto Corigliano, cosentino con una carriera legale di successo, con due grandi passioni: la politica e quella per la squadra rossoblù locale di calcio. Fu sua l’iniziativa che portò gli allenatori di Serie A, B e C a riunirsi nel Salone dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni a Roma, lunedì 19 settembre 1966. Aderirono in 83 tecnici e lo statuto venne approvato all’unanimità, con Corigliano indicato quale Commissario unico dell’associazione di categoria, l’Assoallenatori. La sede provvisoria fu Cosenza, poi spostata a Genova fino al 1973, anno in cui venne effettuata la scelta di portare il quartier generale dell’AIAC a Coverciano.
Il 20 giugno 1967 si terrà a Firenze la prima Assemblea ordinaria. Presidente dell’associazione venne eletto Fulvio Bernardini, con Corigliano nelle vesti di segretario generale. Il Consiglio direttivo sarà composto da Collesi, Del Grosso, Mazzetti, Montanari, Piacentini, Rocco e Scopigno.