1948: la tragedia di Superga
Tra il 1942-43 e il 1947-48, il Torino vince 4 scudetti di fila, che, senza l’interruzione dovuta alla Guerra sarebbero stati sicuramente 6, considerando le stagioni 43-44 e 44-45 nelle quali il calcio rimase fermo. Oltre a una Coppa Italia, quella del 1942-43 (che poi fino al 1957 non si sarebbe più disputata). In porta gioca Bacigalupo, in difesa Aldo Ballarin, a destra, Virgilio Maroso, a sinistra, Rigamonti al centro del sistema, sulla mediana Grezar e Martelli, Loik e Valentino Mazzola. Gabetto centravanti, con Romeo Menti e Franco Ossola sui due versanti offensivi.
La squadra, plasmata dal Presidente Ferruccio Novo e dai tecnici Roberto Copernico prima e Egri Erbstein, inglese, poi, diventa presto Leggenda: lo Stadio “Filadelfia” è il teatro delle sue mitiche gesta, la squadra diventa il “Grande Torino” e la fama dei suoi campioni fa il giro del mondo, anche grazie alle tournée organizzate, come quella in Brasile. Paese che avrebbe ospitato, nel 1950, il quarto Mondiale, dopo quelli del 1930 e soprattutto quelli del 1934 e 1938 vinti dagli Azzurri. L’11 maggio 1947, l’Italia supera la temibile Ungheria per 3-2 a Torino. Il CT, Vittorio Pozzo, guida una Nazionale che di fatto rappresenta una unica squadra, il “Grande Torino” appunto. In campo ci sono 10 calciatori di movimento che arrivano dal club granata, oltre a Sentimenti IV, juventino, tra i pali. Quella squadra è, in previsione, la favorita per il Mondiale 1950, il primo dopo l’orrore della guerra.
A quel Mondiale, invece, l’Italia uscì mestamente al primo turno. L’anno prima, il 4 maggio 1949, il volo che riportava il “Grande Torino” a casa, da Lisbona, si era schiantato sulla collina di Superga. Un destino atroce aveva inghiottito il futuro di una squadra unica e le speranze della Nazionale.
Nei mesi precedenti, il Torino ha ipotecato il quinto scudetto consecutivo: il 6 gennaio si laurea campione d'inverno con 3 punti di margine su Genoa, Inter e Lucchese, seguite dalla Sampdoria. Lo scontro diretto con l’Inter, prima delle inseguitrici, è anticipato dal 1 maggio al 30 aprile: a San Siro finisce 0-0, i granata mantengono 4 punti di vantaggio a 4 giornate dalla fine e sono virtualmente campioni d'Italia per la 5ª volta consecutiva.
Via libera dunque all’amichevole proposta dal Benfica per il 3 maggio, a Lisbona, all’Estadio Nacional, per aiutare il capitano della squadra lusitana Francisco Ferreira, in difficoltà economiche. Di fronte a 40 mila spettatori finisce 4-3 per i lusitani (Ossola, doppietta di Melao e goal di Arsenio, Bongiorni, Rogerio, Menti).
L'aereo con a bordo il Torino, un trimotore FIAT G.212 delle Avio Linee Italiane, decolla dall'aeroporto di Lisbona alle 14:50 di mercoledì 4 maggio 1949. Nel frattempo le condizioni metereologiche su Torino stavano diventando pessime: nubi a contatto col suolo, rovesci di pioggia, forte libeccio con raffiche, visibilità ridotta. Una fitta coltre di nebbia avvolgeva Torino e la collina di Superga. Alle 17.03 il velivolo si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga: delle 31 persone a bordo, nessun superstite. Oltre alla squadra, ai tecnici e dirigenti granata, tra le vittime anche l’equipaggio e alcuni giornalisti sportivi al seguito.
Il Torino fu proclamato campione d'Italia con delibera federale.
L'anno seguente la Nazionale, o quello che era rimasto, si recò ai Mondiali in Brasile viaggiando in nave.
I resti dell'aereo, tra cui un'elica, uno pneumatico e pezzi sparsi della fusoliera, ma anche le valigie di Mazzola, Maroso ed Erbstein, sono conservati nel Museo del Grande Torino e della leggenda granata.
LE VITTIME
Giocatori
- Valerio Bacigalupo (25, portiere)
- Aldo Ballarin (27, difensore)
- Dino Ballarin (25, portiere)
- Émile (detto Milo) Bongiorni (28, attaccante)
- Eusebio Castigliano (28, mediano)
- Rubens Fadini (21, centrocampista)
- Guglielmo Gabetto (33, attaccante)
- Roger (detto Ruggero) Revelli Grava (27, centravanti)
- Giuseppe Grezar (30, mediano)
- Ezio Loik (29, mezzala destra)
- Virgilio Romualdo Maroso (23, terzino sinistro)
- Danilo Martelli (25, mediano e mezzala)
- Valentino Mazzola (30, attaccante e centrocampista, capitano)
- Romeo Menti (29, attaccante)
- Piero (detto Pierino) Operto (22, difensore)
- Franco Ossola (27, attaccante)
- Mario Rigamonti (26, difensore)
- Július (detto Giulio) Schubert (26, mezzala)
Dirigenti
- Egidio (detto Arnaldo) Agnisetta (55, Direttore Generale)
- Ippolito Civalleri (66, Dirigente Accompagnatore)
- Andrea Bonaiuti (36, organizzatore delle trasferte)
Staff tecnico
- Egri Erbstein (50, Direttore Tecnico)
- Leslie Lievesley (37, allenatore)
- Ottavio Cortina (52, massaggiatore)
Giornalisti
- Renato Casalbore (58, Tuttosport)
- Renato Tosatti (40, Gazzetta del Popolo)
- Luigi Cavallero (42, La Nuova Stampa)
Equipaggio
- Pierluigi Meroni (33, primo pilota)
- Cesare Bianciardi (34, secondo pilota)
- Celeste D'Incà (44, motorista)
- Antonio Pangrazzi (42, radiotelegrafista)