L'occasione mancata: Italia '90

Il Mondiale ha lasciato stadi concepiti guardando al passato, inadatti al calcio che si stava trasformando in industria di intrattenimento

Il 19 maggio 1984 la FIFA ufficializza l’Italia (preferita all’Unione Sovietica) come sede dei Mondiali 1990: dopo 56 anni, l’Italia avrebbe ospitato di nuovo il Mondiale di calcio (dall’8 giugno al 8 luglio 1990).

L’Italia chiuderà al 3° posto, con Salvatore Schillaci Capocannoniere, dopo la delusione del ko ai rigori in semifinale con l’Argentina a Napoli.

Purtroppo, l’occasione dello sviluppo degli impianti sportivi in Italia è però mancata: aldilà di una spesa aumentata di circa l’80%, quel Mondiale ha lasciato stadi concepiti guardando al passato, inadatti al calcio che si stava trasformando in industria di intrattenimento. Nascono stadi che conservano spesso la pista di atletica o inseriti in contesti urbani complessi (come a Genova) mentre l’Inghilterra rivoluzionava i suoi impianti, in Francia partiva il progetto dello Stade de France e in Olanda nasceva l’Amsterdam ArenA.

Uno (Delle Alpi) sarebbe stato poi completamente ricostruito, altri navigano in situazioni di difficile gestione (come il San Nicola a Bari), il "Meazza" di Milano affronta la difficoltà della salvaguardia del manto erboso rispetto alla costruzione del terzo anello, lo Stadio Olimpico di Roma sarebbe stato sottoposto a numerosi successivi interventi, a Napoli, Palermo e Cagliari ancora oggi si attende una nuova ristrutturazione o un rifacimento, come a Verona, mentre Udine ha scelto di ristrutturare l'impianto riducendo la capienza ma puntando sull'efficienza e la sostenibilità.

Nel 2023, a oltre 30 anni dai Mondiali 1990, la candidatura italiana a UEFA EURO 2032 punta a rinnovare gli impianti di calcio e contribuire a quello sviluppo che quell'evento raggiunse in maniera molto parziale.