Nella notte l'ultima del "Maestro" Andrea Pirlo, un rivoluzionario silenzioso
lunedì 6 novembre 2017
Lo "Yankee Stadium" è stato il teatro dell'ultima apparizione sulle scene di Andrea Pirlo. Indiscutibilmente uno dei più grandi di sempre, capace come pochissimi di imprimere un marchio sul gioco più amato e praticato al Mondo, mai fuori le righe, vero leader by example come amano dire dall'altra parte dell'Oceano, lì dove il "Maestro" approdò nel 2015 e dove ha voluto concludere la sua mirabile parabola.
Tutto finisce con un'eliminazione, quella rimediata dalla sua New York contro Columbus (nonostante la vittoria per 2-0 che, però, non colma il gap maturato nel match di andata perso in Ohio per 4-1). Un risultato che passa decisamente ed indiscutibilmente in secondo piano, almeno stavolta.
Vieira, tecnico dei Citizens a stelle e strisce, gli concede la dovuta passerella aprendogli le porte del campo al 90', giusto in tempo per ricevere una standing ovation. Applausi e cori che, in realtà, la Grande Mela gli ha costantemente tributato ogni qual volta si approssimasse a battere un corner, testimonianza del sentimento di autentica ammirazione che anche il pubblico americano ha sempre nutrito per un fenomeno come lui.
Ha vinto tutto, vestendo le maglie più prestigiose del nostro calcio. Col Milan si è legittimato a livello internazionale, toccando le vette più elevate, con la Juventus si è reinventato, aggiungendo un nuovo ciclo vincente nella sua pressoché irripetibile carriera, con la Nazionale, infine, ha fatto la storia alzando al cielo la Coppa del Mondo da assoluto protagonista, vestendo per 116 volte la maglia azzurra e siglando 13 reti.
La sua è stata una rivoluzione silenziosa. Il modo nel quale ha saputo inventare calcio resterà unico e irripetibile.
Grazie per le emozioni che ci hai fatto vivere. In bocca al lupo "Maestro"!