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Carolina Morace in Iran per lo sviluppo del calcio femminile

martedì 20 ottobre 2015

Carolina Morace in Iran per lo sviluppo del calcio femminile

Poche persone nel mondo del calcio possono conoscere e analizzare similitudini e differenze tra il calcio maschile e femminile come Carolina Morace. L’ex Commissario tecnico di Italia e Canada, inserita di recente nella Hall of Fame del calcio italiano, e attualmente impegnata in qualità di Development Instructor presso la FIFA, ha tenuto dal 14 al 18 ottobre scorso a Teheran, presso la locale Accademia calcistica federale, un corso sugli aspetti tecnici dell’allenamento nel calcio femminile. Il workshop ha visto la partecipazione di 30 allieve.
“Chiunque affermi che il gioco maschile e femminile siano la stessa cosa, chiaramente non ha mai lavorato in un determinato ambito professionale – afferma Morace, intervistata da fifa.com. “Per quanto il calcio femminile sia cresciuto negli ultimi decenni, non è divenuto nulla di simile al calcio maschile. Le donne sono fisicamente diverse rispetto agli uomini: quanto più il calcio femminile si sviluppa, tanto più aumentano le specificità che richiedono un diverso approccio da parte degli allenatori, esattamente come nel volley o nel basket. Non sono assimilabili in una stesa categoria”.
Non solo differenze di carattere fisico, ma anche sul piano tattico e nella metodologia di allenamento. “Facciamo un esempio semplicissimo: il “torello”. Se lo elimini da una sessione di allenamento maschile, sei finito. Le calciatrici, invece, tendono a non interessarsi ad aspetti di competitività nella fase di riscaldamento”. 
L’auspicio di Carolina è che tali iniziative di sviluppo, la cui partecipazione era riservata alle sole donne, possa aiutare a ridurre la distanza tra le opportunità concesse ad allenatori uomini e donne. “Senza dubbio esistono allenatori che hanno una comprensione del calcio femminile, come Antonio Cabrini o Philippe Bergeroo in Francia – sottolinea Morace – “Mi colpiscono invece le scelte di alcuni club quando selezionano un allenatore non in base alle loro precedenti esperienze, ma solo in quanto uomini. Come detto in precedenza, il calcio femminile è diverso, ed è evidente a tutti, ma le opportunità concesse agli allenatori non dovrebbero essere differenti”. 
Il messaggio che Morace diffonde assume un valore particolare nel contesto medio-orientale, dove di recente il calcio femminile ha compiuto incredibili passi avanti. Proprio l’Iran annovera selezioni femminili in tutte le categorie a partire dalla Under 13, con 12 squadre nel massimo campionato, 5 nella seconda divisione, e un totale di 105 club nel calcio a 5 suddivise in quattro diversi campionati. “La cosa più evidente qui a Teheran – sottolinea – è l’enorme passione per il calcio, un livello di interesse veramente enorme e in particolare tra le donne, sebbene sia chiaro che il potenziale rimane tutto da sviluppare. L’auspicio è che questo corso possa essere un importante passo in avanti”.