Dopo venti anni di trionfi e magie, Andrea Pirlo lascia la Serie A italiana per iniziare una nuova avventura nella Major League Soccer americana.
Come cantava Paul McCartney in una celebre canzone dei Beatles, tuttavia, quello di Pirlo non è un addio, ma un arrivederci: da New York il “Maestro” ha già fatto sapere infatti che il suo rapporto con la Nazionale non cambierà e che farà «di tutto per essere convocato per l’Europeo in Francia».
Certamente la perdita di un talento come quello di Pirlo per il calcio italiano non può essere indolore: difficile, se non impossibile, trovare eguali per costruzione del gioco, tecnica e abilità nel calciare le punizioni.
Con la maglia del Milan ha vinto tutto: 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 2 UEFA Champions League, 2 Supercoppe UEFA e 1 Mondiale per club FIFA.
Poi il clamoroso passaggio alla Juventus, che gli ha donato nuovi forti stimoli e di fatto lo ha ringiovanito: con i bianconeri sono arrivati altri 4 Scudetti, 1 Coppa Italia e 2 Supercoppe italiane.
Nonostante i tanti trofei con squadre di club, però, il trionfo più prezioso per Pirlo rimane quello di Berlino nel 2006, quando con gli Azzurri si è laureato Campione del Mondo.
Proprio a Berlino sarebbe potuto arrivare quest'anno anche il suo ultimo successo europeo, ma il Barcellona ha ridotto in lacrime l'ultimo sogno bianconero del “Maestro”.
Oggi il sogno di Pirlo è allora quello americano: aumentare la competitività e la credibilità del calcio statunitense, vincere il campionato e convincere Antonio Conte a portarlo con sé in Francia la prossima estate.
L'Europeo è infatti uno dei pochi trofei che non è ancora presente nella sua bacheca.