Il 10 agosto del 1942 a Caselle Lurani, in provincia di Lodi, nasce Giovanni Lodetti, centrocampista ricordato soprattutto per il suo grande lavoro di quantità, specialista della corsa e del recupero dei palloni.
Cresciuto nelle giovanili del Milan, debutta in Serie A non ancora ventenne e con i rossoneri vince quasi tutto quello che si poteva vincere: due Scudetti, una Coppa Italia, due Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale.
Considerato il miglior gregario di Gianni Rivera, che con Lodetti in campo era liberato da buona parte del lavoro difensivo, è Edmondo Fabbri ad aprirgli le porte della Nazionale nel 1964.
Riproponendo le stesse prestazioni di grande cuore offerte con il Milan, Lodetti conquista subito un posto fisso in Azzurro, strappando un biglietto per gli sfortunati Mondiali del 1966 in Inghilterra.
Anche Ferruccio Valcareggi gli dà fiducia e due anni dopo il milanista si laurea Campione d'Europa: gioca la prima Finale con la Jugoslavia terminata in parità mentre, come altri cinque compagni, rimane fuori dalla ripetizione per il pesante turnover operato dal ct tra una gara e l'altra.
La Finale degli Europei sarà la sua diciassettesima ed ultima presenza azzurra: inizialmente convocato per i Mondiali del 1970, in Messico è escluso in extremis da Valcareggi a causa dell'infortunio occorso ad Anastasi, che spinge il ct azzurro ad aggiungere due attaccanti in più in rosa.
Lodetti è costretto quindi ancora una volta a “sacrificarsi” per il bene della squadra. Come sempre nella sua carriera.