Antonio Conte, un anno sulla panchina della Nazionale
mercoledì 19 agosto 2015
Un anno fa, il 19 agosto 2014, iniziava l’avventura in Azzurro di Antonio Conte: chiamato dal Presidente federale Carlo Tavecchio a guidare la Nazionale dopo lo sfortunato esito dei Mondiali in Brasile e le dimissioni di Cesare Prandelli, il neo Commissario tecnico aveva di fronte una sfida difficile, quella di ricostruire un ciclo vincente verso l’appuntamento dell’Europeo 2016 in Francia.
Poche le parole d’ordine nel giorno dell’annuncio, riassumibili nella filosofia di Conte basata soprattutto sulla cultura del lavoro e del sacrificio: “La convocazione va meritata: io valuto il giocatore, ma anche l’uomo. La mia esperienza mi ha insegnato che solo gli uomini ti aiutano a superare le difficoltà. Tutti mi devono dimostrare, dentro e fuori dal campo, di avere grande voglia di giocare in Nazionale, la fibrillazione di andare in maglia azzurra”. E poi tutto l’orgoglio per la chiamata: “Siederò sulla panchina sulla quale vorrebbero stare tutti gli allenatori”.
Chiusa la conferenza stampa di presentazione, per Conte sarebbe iniziato un vero e proprio tour de force. Prima uscita, il 4 settembre, nell’amichevole con l’Olanda reduce dal terzo posto al Mondiale 2014, a Bari in un “San Nicola” stracolmo per salutare la prima panchina in Nazionale di Conte, leccese doc ma anche artefice dell’ultima promozione in A dei galletti. In pochi minuti, gli Azzurri, tra i quali molti volti nuovi, mettono al tappeto i quotati orange e alla fine chiudono con un soddisfacente 2-0 che per le occasioni sprecate sarebbe potuto essere un risultato ben più ampio. Cinque giorni dopo, esordio nelle European Qualifier, il nuovo format delle qualificazioni europee per UEFA Euro 2016: a Oslo contro la Norvegia, l’Italia centra un successo atteso da anni, seguito il mese seguente dalla ‘doppietta’ contro Azerbaijan (2-1 a Palermo) e Malta (1-0 a Ta’ Qali) per un filotto di 4 vittorie consecutive per Conte. Il miglior biglietto da visita per presentarsi a punteggio pieno alla sfida con la Croazia, principale avversario degli Azzurri, in programma a Milano il 16 novembre: finisce 1-1 al termine di un match difficile e sofferto. A Genova, in un’amichevole promossa per raccogliere fondi per la città, il 2014 della Nazionale si chiude con un’altra vittoria, 1-0 con l’Albania.
La Nazionale torna in campo a marzo 2015: il pareggio in rimonta a Sofia (2-2) contro la Bulgaria fa scivolare gli Azzurri dietro la Croazia in classifica, poi sull’agenda del CT c’è l’attesissimo ritorno allo Juventus Stadium per l’amichevole con l’Inghilterra, che finisce 1-1. A giugno, il ritorno della sfida con la Croazia, a Spalato in uno stadio a porte chiuse per le intemperanze dei tifosi locali, si chiude di nuovo 1-1, ma stavolta a recriminare per il pari è l’Italia per tanti episodi sfortunati che compromettono un successo che sarebbe stato meritato. Sarà questa una partita che passerà alla storia però, più che per il risultato del campo, per la svastica disegnata sul terreno di gioco dai tifosi croati che costerà la penalizzazione di un punto e ulteriori sanzioni alla Croazia. Quattro giorni dopo, a Ginevra, l’ultima amichevole di una lunghissima stagione avrebbe sancito anche il primo ko di Antonio Conte in Azzurro, per mano del Portogallo (1-0).
Il ruolino del primo anno in Azzurro resta comunque soddisfacente: nei 10 incontri disputati con Conte in panchina, l’Italia ha raccolto 5 vittorie (di cui le prime 4 consecutive), 4 pareggi e 1 sconfitta.
Ma non c’è stata solo la Nazionale nei pensieri e nel lavoro di Antonio Conte, al quale il Presidente Tavecchio ha affidato anche il ruolo di Coordinatore delle Nazionali Giovanili maschili, così da sviluppare un progetto tecnico unico dall’Under 15 alla Nazionale A. Un compito difficile ma necessario per avviare il rilancio del calcio italiano a livello internazionale, insieme ad una serie di riforme varate in questo anno dalla FIGC ad esempio sulle rose ridotte e gli obblighi per i calciatori di formazione italiana (4+4) sulla scorta di quanto previsto dalla UEFA per le competizioni europee.
Anche su questo fronte, tanti sono stati i segnali positivi: il ritorno al successo contro Nazionali top a livello giovanile (Spagna e Germania su tutte), la qualificazione alla fase finale Under 21 (che purtroppo però non ha raggiunto la qualificazione olimpica) e Under 17, con l’Under 19 che si è arresa ad un passo dal traguardo, i riscontri positivi delle Under 18, Under 16 e Under 15, le Nazionali di preparazione.
Un anno fa, Conte aveva promesso: "Qui voglio portare la mia mentalità. La vittoria sia una dolce condanna anche per la Nazionale". Non poteva esserci augurio migliore.