Il 6 agosto del 1911 nacque a Muzzana del Turgnano, in provincia di Udine, Annibale Frossi, il protagonista assoluto dell'unico Oro olimpico conquistato dalla Nazionale italiana di calcio in tutta la sua storia.
Non potendo schierare i professionisti, per i Giochi Olimpici di Berlino del 1936 il commissario tecnico azzurro Vittorio Pozzo fu costretto ad allestire una squadra formata per lo più da studenti universitari e calciatori delle serie inferiori.
Tra questi c'era anche Frossi, attaccante esterno cresciuto nell'Udinese e militante in quella stagione nell'Aquila Calcio, che, dopo aver esordito in Serie A a ventuno anni con il Padova, si era un po' perso nelle categorie minori.
Laureato in giurisprudenza, fisicamente non aveva certo un “physique du rôle” che lasciasse pensare a lui come ad un eroe: affetto da forte miopia, giocava tutte le partite indossando occhiali da vista fissati alla nuca con un elastico.
A Berlino, tuttavia, Frossi sfruttò al meglio le sue doti di velocità ed opportunismo, trascinando gli Azzurri all'Oro con sette reti in quattro partite, laureandosi anche capocannoniere della manifestazione. Dopo il gol agli Stati Uniti nel match d'esordio, rifilò infatti una tripletta al Giappone, segnò la rete decisiva in Semifinale contro la Norvegia e concluse l'opera con la doppietta in Finale ai danni dell'Austria.
Grazie alle sue straordinarie prestazioni alle Olimpiadi, riconquistò la Serie A passando all'Ambrosiana-Inter: con la maglia nerazzurra vinse due Scudetti ed una Coppa Italia.
Dopo Berlino, invece, Pozzo lo convocò soltanto per la gara di Coppa Internazionale contro l'Ungheria: anche in quel match Frossi lasciò il segno, firmando il suo ottavo centro in cinque partite. Nonostante la sua straordinaria media-gol, tuttavia, fu proprio quella la sua ultima presenza in maglia azzurra.