Gianluca Minna (allenatore Milan fs - Lazio): il potere della normalità
"Amo il gioco di gruppo contando sull'apporto di tutti. Ho sempre lavorato nella direzione di una squadra che si aiuta e cresce insieme".sabato 28 marzo 2020
Ennesimo giorno di quarantena, il pensiero che corre veloce ai suoi ragazzi con i quali si mantiene in contatto costante tra un messaggio e una video chiamata con i più “social” e la consapevolezza per Gianluca Minna, da quest’anno allenatore del Milan fs di Sesta Categoria del Torneo Lazio, che dobbiamo tutti fronteggiare questa situazione difficile che ci sta portando a modificare stili di vita e certezze, tranne la nostra passione inesauribile per il calcio che tornerà più forte di prima come ci racconta in questa chiacchierata.
Sono giorni complicati che stanno mettendo alla prova tutti. Come stanno vivendo i ragazzi della tua squadra questo momento di stop forzato?
“Sicuramente sono dispiaciuti per non poter giocare a calcio e dover restare a casa. Una delle domande più gettonate quando ci sentiamo è: “Gianluca, ma quando torniamo ad allenarci?” e non è semplice non riuscire a dare una risposta. Non è un momento facile per nessuno di noi e comprendo che loro sentano ancora di più il peso di questa situazione. Alcuni, secondo me, non percepiscono del tutto la gravità della cosa e vivono anche un po’ ingenuamente lo stare a casa come un momento di riposo prima di tornare alla quotidianità come sempre fatto. Cercano di impiegare il tempo come possono. Sono in contatto quasi quotidiano con tutti, anche se alcuni sono meno social e mi sento con i genitori per tenermi informato e fargli sentire tutta la vicinanza. Ora il messaggio fondamentale è tutelare la salute, bene supremo, e la cosa più importante è fare il sacrificio di stare a casa . Fare squadra tutti insieme”.
Hai pensato o programmato dei “ compiti per casa” a distanza per coinvolgerli ?
“Non da subito perché, come ti dicevo, non tutti hanno un tablet oppure un pc, ma sicuramente l’intenzione è creare dei momenti di condivisione anche da lontano per dare continuità al lavoro fatto finora. Qualche suggerimento, qualche piccolo esercizio tipo stretching o altro che possa essere uno stimolo per non farli annoiare o stare solo sul divano in questi giorni. Stimoli che poi servono ad ognuno di noi in realtà per dare un senso a questo periodo”.
Parliamo di calcio e torniamo all'inizio della stagione che ti ha visto tra l’altro debuttare sulla panchina del Milan fs come allenatore. Ci racconti le tue sensazioni ai nastri partenza?
“I ragazzi della squadra già li conoscevo da tanti anni. L’anno scorso, infatti, seguivo sostanzialmente sia il Milan fs che l’Empoli fs e riuscivo ad allenare entrambe le squadre. Tra l’altro, il gruppo dei ragazzi del Milan che ho oggi si allena qui a San Cesareo, mentre l’Empoli a Grottaferrata. Diciamo che ho la fortuna e il piacere di conoscere bene i ragazzi di entrambe le squadre da ben dieci anni e questo mi rende orgoglioso. Da questa stagione seguo e alleno solo il Milan, anche perché sfruttiamo la comodità della vicinanza ed è un nuovo stimolo anche per me. È come se giocassi in casa con loro. Sono ragazzi che ho visto crescere e ho seguito in tante tappe del loro percorso. Il mio nuovo debutto ad inizio stagione è stato un altro momento bello da condividere con loro divertendoci sia sul campo che durante gli allenamenti che svolgevamo due volte alla settimana”.
Ci descrivi il tuo gruppo? Un aggettivo per loro.
“Affiatati. La prima cosa che mi piace sottolineare è proprio questa, perché sono un gruppo unito e soprattutto affiatato, dato che hanno sempre condiviso momenti importanti insieme. Da dieci anni a questa parte hanno partecipato a qualsiasi evento o torneo in giro per l’Italia e questo li ha cementati. Sono cresciuti sotto ogni punto di vista e mi emoziona vedere ogni volta quanto siano diventati indipendenti e autonomi. Ti rendi conto del risultato importante raggiunto per loro e di quanto ne sia valsa la pena con tutti i sacrifici e gli sforzi fatti insieme in questi anni. Una crescita sia a livello umano che sportivo, che mi regala grande gioia e soddisfazione. Inoltre nella squadra ci sono sia ragazzi che ragazze e sono tutti molto legati tra loro. Hanno la chat, si scrivono, si divertono e si tengono sempre in contatto . Ho la fortuna di allenare un grande gruppo accomunato dalla voglia di divertirsi e giocare a calcio insieme”.
Raccontaci del tuo ruolo e che allenatore sei.
“Sono un allenatore che crede da sempre nell'importanza di fare gruppo e divertirsi insieme. Non ho molto la concezione della vittoria, ma penso che quello che deve rimanere ai ragazzi in assoluto sia allenarsi bene e riuscire a portare l’allenamento in campo quando si gioca il sabato. Amo il gioco di gruppo contando sull'apporto di tutti. Ho sempre lavorato nella direzione di una squadra che si aiuta e cresce insieme. Credo nel ruolo educativo dello sport e del calcio in questo caso che aiuta a socializzare. Naturalmente vincere è bello e anche questo piace ai ragazzi, ma finita la partita si riflette sul risultato, positivo o negativo che sia, ma subito dopo l’importante è aver trascorso una bella giornata insieme. E sono molto orgoglioso di condividere ogni momento con i ragazzi che rispecchiano questi aspetti”.
Ultima domanda. Un messaggio da condividere con loro in questo momento?
“Stiamo vivendo qualcosa che ci sembrava impensabile fino a pochi mesi fa e non è facile per nessuno. Spero di ritrovarci tra poco tempo, immaginando di tornare tutti alla propria normalità. Ai ragazzi dico di tenere duro e di avere pazienza, perché mai come adesso dobbiamo comportarci da vera squadra. Devono riguardarsi e una volta usciti da questo incubo, torneremo ad allenarci e a divertirci ancora più di prima. Questo stop in realtà rappresenta un momento di riflessione per tutti noi, perché abbiamo dato per scontato molte cose che invece ora ci mancano. Abbiamo capito che le piccole cose fanno la differenza: un allenamento, uscire per una passeggiata o trascorrere una giornata con gli amici in totale libertà. Torneremo a farlo con la consapevolezza di essere fortunati. Tutti”.