Ventura: “Iniziato un percorso importante con un’Italia giovane che vuole diventare grande”
venerdì 25 novembre 2016
Tre mesi sulla panchina della Nazionale. E’ presto per fare bilanci, ma Gian Piero Ventura ha le idee chiare su quello che è stato e ancora di più su quello che sarà. “Abbiamo iniziato un percorso importante - ha dichiarato il ct ospite negli studi di Sky Sport - non solo per qualificarsi ai Mondiali, ma per creare i presupposti perché i Mondiali diventino importanti”.
Un cammino dove le difficoltà non sono mancate, anzi. Il Commissario tecnico ha dovuto fare i conti con il passato, con un’eredità scomoda, con il tempo, con gli infortuni, con un Europeo che ha lasciato il segno nel cuore degli italiani. “Quando alleni una squadra – racconta – non ti rendi conto delle difficoltà che ci sono dall’altra parte. Da quando guido la Nazionale, ho scoperto situazioni non facili innanzitutto per motivi di tempo ed è un peccato perché per fare una programmazione dettagliata c’è bisogno di lavorare. Conte mi ha lasciato una squadra unita, carica di entusiasmo, ma anche un po’ su con gli anni. C’era bisogno di un ricambio generazione per aumentare la competitività, bisognava prendere una decisione e io l’ho fatto quando ho visto che avevo danti cinque giorni di tempo per lavorare con il gruppo. Da lì è partito tutto. Ho trovato una grande disponibilità da parte dei giovani, ma anche dei più anziani e sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto fino ad oggi. Abbiamo smosso acque un po’ stagnanti e iniziato a ricostruire. I risultati sul campo ci sono stati, la squadra ha dimostrato grande serietà e professionalità. E’ una squadra giovane che vuole diventare grande”.
Parlando del passato e di Conte, Ventura chiarisce: “Non c’è nessun fantasma da scacciare, chiunque fosse arrivato dopo un ottimo Europeo avrebbe dovuto scontrarsi con la figura che c'era prima e che aveva fatto un ottimo lavoro. Era normale che succedesse, non era normale invece che ogni domanda iniziava con il solito "Conte diceva...". I paragoni non sono mai simpatici, ma nel calcio ci stanno, però in quel caso ho detto basta perché non si faceva altro che parlare di questo e poi la cosa che mi ha reso perplesso è che si paragonasse la qualificazione dell'Europeo, figlia di 40 giorni di preparazione, alle qualificazioni Mondiali, dove si lavora solo due-tre giorni insieme”.
E, a proposito di qualificazione, il ct spiega: “La qualificazione al Mondiale? Se avessi avuto dubbi o incertezze non avrei nemmeno accettato l'incarico. Sono soddisfatto di quanto fatto finora. Se l'allenatore non ha idee proprie, e non trasmette concretezza di idee, viene scoperto dopo cinque minuti. La strada verso i Mondiali non è facile, ma speriamo che il percorso vada a buon fine e che se ne parli in futuro”.