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“Una bella parata è come segnare un gol”! A Vivo Azzurro TV sogni e ambizioni di Guglielmo Vicario

Nell’intervista alla piattaforma OTT della FIGC, il portiere della Nazionale ha raccontato il suo percorso, dalla serie minori alla Premier League: “Voglio partecipare al prossimo Mondiale”

mercoledì 2 ottobre 2024

“Una bella parata è come segnare un gol”! A Vivo Azzurro TV sogni e ambizioni di Guglielmo Vicario

È nato in una terra di vini e di portieri, il Friuli-Venezia Giulia, dal mito Dino Zoff a due compagni in azzurro, Alex Meret e Ivan Provedel. E come l’Amarone della Valpolicella invecchiando migliora Guglielmo Vicario, che dopo anni nelle serie minori ha raggiunto il suo apice arrivando a difendere le porte del Tottenham e della Nazionale: “La mia carriera è partita dal basso, dall’interregionale”, ha raccontato nell’intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV in occasione dell’ultimo raduno della Nazionale a Coverciano: “Ho intrapreso un percorso che mi ha dato la possibilità di salire pian piano tutti i gradini, arrivando fino alla Serie A. Il trasferimento in Premier League è stato il coronamento di un sogno: ho deciso di affrontare una sfida di vita e culturale differente, uscendo da quella che era la mia comfort zone”.

Vicario di nome e di fatto, in Nazionale ha davanti un mostro sacro come Gigio Donnarumma. Ma lo scorso marzo, quando è arrivato il suo momento, si è subito fatto trovare pronto, esordendo con una vittoria nell’amichevole negli States contro l’Ecuador. Poter contare sui consigli di uno dei portieri più forti di sempre è un vantaggio non da poco: “Da piccolo andavo a letto con la maglia di Buffon, averlo tutti i giorni con noi è un’emozione che si fa fatica a descrivere. La Nazionale è il sogno con cui si cresce da bambini, è bellissimo girare l’Europa e il Mondo con lo scudetto dell’Italia sul petto. Mi auguro di continuare a far parte di questo gruppo e partecipare al Mondiale del 2026”. Dopo la convocazione a EURO 2024, dovrà convincere Luciano Spalletti a fargli vivere anche l’emozione della Coppa del Mondo. Ma prima c’è una qualificazione da conquistare: “Il rapporto tra allenatore e squadra deve essere di grande sintonia, bisogna restare uniti e fare quello che il mister ci chiede durante i ritiri”.

Esultare dopo un intervento decisivo è cosa buona e giusta. Perché chi ha detto che debbano essere solo gli attaccanti a festeggiare? “Mi piacerebbe poter paragonare la gioia della parata a quella di segnare un gol. Per me è così, soprattutto quando la fai in un momento delicato salvando un risultato determinante”.