Spalletti tra amarezza e voglia di ripartire: "Sono il primo responsabile dell'eliminazione dall'Europeo. Nascerà un'Italia ancora più giovane"
Il bilancio del Commissario tecnico dopo la sconfitta contro la Svizzera: "In questo mini-percorso non siamo riusciti a crescere, a Berlino siamo tornati a zero. Le potenzialità passeranno attraverso il gioco e l'inserimento di ulteriori forze fresche"domenica 30 giugno 2024
L'amarezza è tanta. L'Italia lascia Iserlohn ed EURO 2024 con una sconfitta, quella di Berlino contro la Svizzera, che ha deluso tutti, in primis il Ct Luciano Spalletti. Seduto accanto al presidente della FIGC Gabriele Gravina nella conferenza stampa di chiusura, Spalletti ripercorre i suoi primi 10 mesi di 'mandato', ma traccia anche la strada per ripartire. "Sono io quello che ha responsabilità più importanti di tutti", dice Spalletti, che dedica le prime parole ai tifosi ("Grazie per la vicinanza e l'amore che ci avete dimostrato") e allo staff della Federazione "per la disponibilità a trovare soluzioni per qualsiasi piccolo problema sia venuto fuori. Dispiace che tutto questo sia rimasto intrappolato in quella che è l'idea generale che ci si fa attraverso i risultati".
A Spalletti viene chiesta l'eventualità di poter tornare alle scelte di fine maggio e prendere quindi altre decisioni: "Un giochino che non faccio. Nella mia vita sono sempre stato abituato a quello che c'è da fare successivamente, indietro non ci posso tornare. Qualche cosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire la squadra. Ma siccome rimarrò qui, questo sarà fatto ancora di più". Si riparte quindi dal Commissario tecnico toscano: "Ci sono molte cose da dover far vedere: il mio impegno sarà totale, con delle esperienze fatte e con delle conoscenze in più. Bisogna essere completi nel racconto e onesti in queste 14 partite. C'era subito un'urgenza di risultati e, probabilmente, per quello che necessitava il momento siamo stati bravi fino a un certo punto. Non siamo riusciti a crescere in questo mini-percorso fatto. Ieri si è fatto un passo indietro importante, che non si può accettare, ma si riparte da lì e penso di sapere cosa fare. Con ieri siamo tornati a zero ed è da lì che dobbiamo ripartire. Nelle scelte future tenterò di ringiovanire ulteriormente per creare un gruppo nuovo. Alcuni aspetti come la mancanza di personalità e il leader non mi hanno dato le risposte che cercavo: si cercherà di creare un futuro più giovane, con energie e forze nuove".
A proposito di giovani, ce n'è uno - Riccardo Calafiori - che più di tutti si è messo in luce: "Giocatori come Chiellini, Bonucci diventano difficili da trovare, ma dando possibilità e spazio a calciatori come Calafiori si possono trovare leader importanti dentro il campo. Noi dobbiamo fare questo percorso qui e andare dritti a credere che ci siano delle potenzialità che passino attraverso il gioco".
La conferenza stampa del day after è l'occasione, per Spalletti, di fare un riepilogo di tutta una stagione: "All'Europeo ci siamo arrivati con una qualificazione meritata ma difficile. Sapevamo di avere un girone con difficoltà massimali, perché lo racconta la storia. Le nazionali che abbiamo incontrato sono squadre organizzate, con calciatori maturi. Noi abbiamo una di quelle con età media tra le più giovani, una delle ultime per numero di presenze. Fino alla qualificazione c'è stata una reazione nelle partite che ieri non si è vista: ieri ci siamo rimasti male, diventando responsabili in maniera importante".
La notte nel ritiro di Iserlohn, dove la Nazionale è tornata intorno alla mezzanotte dopo il trasferimento da Berlino a Paderborn, è stata comunque complicata. "Ma è la mia vita che è stata tutta complicata, a volte anche delle vittorie sono complicate da gestire. Ho passato tantissime notti a pensare al calcio, anche solo per passione e per amore, ma in questi anni mi sono fatto migliaia di amici a supporto. E poi c'è stata la telefonata di mia figlia Matilde, un 'ti voglio bene' che supera tutto".
Spalletti ha parlato anche a proposito del rapporto che si è venuto a creare con il gruppo: "Con la squadra ci siamo capiti: in tutti gli allenamenti sono sempre andato al confronto, bisogna saper sempre vedere con i loro occhi e ascoltare con le loro orecchie. Il dialogo è fondamentale. Ho sempre parlato con i calciatori e non ho visto criticità particolari a proposito del rapporto. L'umore del gruppo era correttissimo, c'era la giusta riflessione sull'importanza del torneo e dell'Europeo. Non andiamo a dire bugie: stava nascendo un gruppo sano, solido, ho visto i ragazzi tranquilli nelle cose che dovevano fare nell'allenamento e nel tempo che si trascorre fuori dal campo. Cercheremo di parlare con i calciatori dell'eventualità che la maglia azzurra possa diventare un peso: ieri, alla fine della riunione, si è parlato dell'eventualità di dover tirare i rigori. Ci sono stati alcuni che hanno alzato il braccio, altri che lo hanno tirato giù. I ragionamenti li faremo anche sulla base di queste cose qui".
Spalletti chiude la sua prima stagione da Ct, ruolo indubbiamente diverso rispetto a quello di allenatore di una squadra di club: "Le differenze sono oggettive: in un club il rapporto è quotidiano, mentre in Nazionale non hai tutta quella possibilità di giocare in maniera psicologica con la mente del soggetto. Se il vestito da Ct mi sta bene? Me lo sono rimesso anche oggi, nonostante le differenze tra allenare un club o una Nazionale. E se queste differenze hanno portato complicazioni, devo accorgermene in fretta per completare questo percorso".