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Scamacca e quel numero 9 che non pesa: "La pressione ce l'hanno i giocatori forti e a me va bene così. Vorrei emulare i campioni del 2006 e del 2021"

L'attaccante dell'Atalanta protagonista di un grande finale di stagione: "Siamo un gruppo giovane, all'interno di un nuovo ciclo. Ci è voluto un po' di tempo per tirare fuori la nostra forza: siamo pronti per farla uscire all'Europeo"

giovedì 13 giugno 2024

Scamacca e quel numero 9 che non pesa:

La maglia numero 9 è quella del centravanti, di chi è chiamato a segnare, a far esultare un popolo. Quest'anno, a EURO 2024, il numero 9 è finito sulle spalle di Gianluca Scamacca: dopo la vittoria dell'Europa League con l'Atalanta e dopo un finale di stagione straordinario (solo in campionato sei gol da fine marzo), il centravanti romano è una delle grandi speranze dell'Italia campione d'Europa. "Siamo un gruppo giovane, all'interno di un nuovo ciclo - le sue parole -. Ci è voluto un po' di tempo per tirare fuori la nostra forza. Ormai ci siamo, siamo pronti a farla uscire all'Europeo. Io sto bene, spero di aiutare la squadra e arrivare il più lontano possibile. Vorrei emulare il gruppo campione del mondo nel 2006 e quello campione d'Europa nel 2021: hanno lasciato un segno nella storia, vorrei farlo anch'io". 

Si comincia dall'Albania, sabato alle 21 a Dortmund: "Sarà una partita difficile - ammette Scamacca -, perché arrivati a questo punto tutte le avversarie sono difficili e tutte le squadre meritano di essere in questa competizione. Dovremo concentrarci su noi stessi e stare il più tranquilli possibile". Di fronte, Scamacca troverà il compagno nell'Atalanta Djimsiti, "un buon difensore, tosto". Ma tosto sta dimostrando di esserlo anche Scamacca, alla prima grande competizione con la maglia della Nazionale maggiore dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili: "Spero di portare positività e tutto quello che ho imparato, e di fare gol. Se sono qui è anche merito di Gasperini, che quest'anno mi ha aiutato ed è riuscito a toccare le corde giuste per farmi fare il 'clic'. A lui devo moltissimo: a marzo non ero in America con la Nazionale, ma meritai di non essere convocato: Spalletti, definendomi 'pigro', mi ha spronato e stimolato, ma va bene così. Io cerco di essere utile alla squadra: la sostanza è vincere, poi segnare o fare assist conta meno". 

Il numero 9 è sinonimo anche di pressione: "La pressione ce l'hanno i giocatori forti. Se è così, preferisco averla, come è bello avere gli occhi addosso. Lo scorso anno ebbi un infortunio al menisco e anche all'inizio di questa stagione ho avuto qualche problema fisico. Poi però ho preso fiducia, ritmo, entusiasmo, e ho giocato con continuità: ogni giorno è una sfida". La prossima si chiama Albania. 

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Diario EURO 2024, 13 giugno: la conferenza stampa di Gianluca Scamacca