Saul interrompe il sogno dell’Italia. Tavecchio: “Dimostrato di avere un grande futuro”
martedì 27 giugno 2017
Quattro anni fa in finale a Gerusalemme, stasera nella semifinale europea di Cracovia. E’ ancora una volta la Spagna, la favorita del torneo, a stoppare le ambizioni della giovane Italia, ad interrompere i sogni di un gruppo che gioca con il cuore, che lotta, subisce, rincorre, riesce anche a riaprire la partita prima di cadere sotto i colpi di un cecchino micidiale, Saul, che firma la sua personale tripletta e chiude gli ultimi 90’ degli Azzurrini 3-1.
La finale è Germania-Spagna, l’Italia è fuori dall’Europeo. A testa alta, come ha sottolineato a fine gara il presidente della FIGC Carlo Tavecchio: “Dispiace non essere arrivati in finale, ma questo gruppo ha comunque dimostrato sul campo di avere un grande futuro. Usciamo sì, ma a testa alta”. Negli spogliatoi tanta delusione. Il presidente parla alla squadra: “Oggi siamo tristi – queste le sue parole – ma siate consapevoli che questa è una tappa importante del vostro percorso di crescita. Questa sconfitta vi renderà ancora più forti”.
E’ stato buono il primo tempo dell’Italia, meno la ripresa; forse poco cinica la squadra di Di Biagio, ma a pesare sul risultato finale è stata l’espulsione di Gagliardini al 13’ del secondo tempo sull’1-0. Seppure in inferiorità numerica, l’Under riapre la partita con Bernardeschi, poi la Spagna in undici gioca sul velluto e affonda i colpi.
Squalificati Conti e Berardi, sostituiti da Calabria e Petagna, recuperato Caldara, l’Italia si schiera col 4-3-3con l’obiettivo di andare a colpire gli avversari nei punti deboli. Abili nel palleggio, tecnicamente dotati, gli iberici non amano difendersi e soffrono in particolare quando vengono attaccati sugli esterni a ritmi alti.
Così l’Italia si presenta dopo 3’ con un destro di Chiesa, parato a terra da Kepa. Poi tocca alla Spagna che al 10’ colpisce la traversa e al 19’ impegna Donnarumma con un destro a girare di Deulofeu. Ma la squadra di Biagio c’è: difesa attenta, centrocampo autoritario, l’Italia mostra padronanza nel palleggio e gioca un primo tempo di qualità. Tra il 20’ e il 30’ mette in difficoltà gli avversari prima con un destro sul primo palo di Pellegrini che Kepa respinge di piede e dopo con un gran tiro di Bernardeschi che Jonny manda in angolo. Si conclude, il primo tempo, con un destro debole e centrale di Petagna, facile la parata per Kepa.
La ripresa inizia con lo stesso copione. Ma dopo 8’ la Spagna passa, colpendo con grande freddezza: ottimo inserimento di Dani Ceballos che finta il tiro per Saul libero di spedire in rete un gran sinistro. Momento difficile per la giovane Italia che subisce una doppia doccia fredda: dopo lo svantaggio, al 13’ gli Azzurrini restano in dieci per l’espulsione di Gagliardini punito dall’arbitro Celades con il secondo cartellino giallo.
Di Biagio corre ai ripari e manda in campo Locatelli al posto di Chiesa. Un minuto dopo, al 17’, Bernardeschi riapre la partita: grande giocata dell’attaccante della Fiorentina che porta a spasso Jonny e realizza di sinistro l’1-1. L’esultanza azzurra dura poco: al 19’ infatti, è ancora Saul protagonista con un tiro forte e teso da lontano che, complice Donnarumma, porta di nuovo in vantaggio la sua squadra.
Partita più vivace, più intensa. Con ripetuti e precisi palleggi, la Spagna cerca di attirare fuori dall’area gli Azzurrini che, in inferiorità numerica, soffrono. Di Biagio chiama il secondo cambio, Cerri al posto di Petagna, per cercare di dare più consistenza all’attacco. Il cuore dell’Italia non basta. E’ la serata di Saul che al 29’ firma la sua tripletta, sfruttando un prezioso suggerimento di Asensio.
Partita finita, a questo punto. Di Biagio ringrazia tutti, ma la delusione è palpabile: “Un buon primo tempo – sottolinea il tecnico – nella ripresa loro hanno preso il sopravvento, ed è chiaro che l’espulsione ha influito. Con un uomo in più tutto è stato più semplice per la Spagna. I ragazzi sono stati fantastici. Rimpianti? Zero. Abbiamo centrato il nostro obiettivo che era quello di rilanciare il calcio italiano, è mancata solo la ciliegina sulla torta”.