Prandelli: “Vincere aiuta a crescere, vogliamo fare una grande partita”
giovedì 10 ottobre 2013
Le vittorie portano vittorie e anche per questo Cesare Prandelli non vuole sentire parlare di mancanza di stimoli per la sua Nazionale. La qualificazione a Brasile 2014 è già in tasca, ma domani a Copenaghen l’Italia scenderà in campo per conquistare i tre punti. Nessuna formazione sperimentale quindi, anche se ci saranno delle novità nell’undici iniziale: “Vogliamo valutare alcuni ragazzi che hanno giocato meno – annuncia il Ct in conferenza stampa - ma siamo consapevoli che è una partita importante per la posizione nel ranking e perché vincere aiuta a crescere. Abbiamo tanti motivi per fare una grande partita”.
Un anno fa a Milano la Danimarca creò più di un problema all’Italia e domani lo stadio Parken sarà gremito per sostenere la nazionale di casa, che con un successo potrebbe continuare a credere nella qualificazione al Mondiale: “Dal punto di vista della manovra – spiega il Commissario tecnico azzurro - è una delle squadre più importanti d’Europa, forse vanno un po’ in difficoltà quando non trovano gli spazi. A Milano nel primo tempo abbiamo sofferto tantissimo, nella ripresa siamo rimasti in dieci e abbiamo giocato meglio”.
Balotelli, Verratti e Insigne sono alle prese con un affaticamento muscolare: “Hanno problemi minimi – conferma Prandelli – e sono convinto possano recuperare per martedì. Se Balotelli mi ha chiesto di tornare a casa? Assolutamente no, non lo ha fatto. Mario ha bisogno di sdrammatizzare un po’ tutte le situazioni, mi sembra che il personaggio diventi più importante rispetto all’uomo e al calciatore. Deve vivere serenamente i suoi 23 anni”. Nella formazione titolare non ci sarà nemmeno Andrea Pirlo, mentre ha buone chance di scendere in campo Claudio Marchisio, presentatosi in conferenza stampa con il Ct: “Anche se la qualificazione è già arrivata – ha ribadito il centrocampista della Juventus - scenderemo in campo molto determinati perché vogliamo vincere”.
Dopo aver espresso tutta la sua ammirazione per la Danimarca (“un Paese che anche come qualità della vita è meraviglioso”), Prandelli risponde alle domande sulla discriminazione territoriale e sulle possibili sanzioni per i cori intonati in alcuni stadi italiani: “Quando uno stadio viene chiuso perde il calcio e perdiamo tutti. E' un'immagine negativa che diamo all'estero. Il mio sogno è vedere uno stadio sempre pieno, con famiglie e bambini, ma in contrasto con i cori beceri e i fischi. A Palermo - ricorda il Ct - abbiamo tamponato i pochi fischi all'inno della Bulgaria, mi piacerebbe che fosse sempre così. Certi personaggi pensano di essere protagonisti assoluti, invece i tifosi non devono condizionare le scelte della società”.
foto Claudio Villa