Prandelli spiega le scelte: “Il codice etico vale per una gara, a Kiev vedremo”
lunedì 21 marzo 2011
Primo giorno di ritiro a Coverciano per la Nazionale Italiana, in vista della gara di qualificazione europea con la Slovenia e della successiva amichevole con l’Ucraina. Con la coccarda tricolore appuntata sulla giacca e accanto un distintivo simbolo del Giappone, il ct Prandelli si è presentato sorridente in conferenza stampa per parlare delle sue scelte: “Siamo in festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia – ha detto il tecnico – e la festa continua; ho voluto anche rendere omaggio a un popolo che ha una grande dignità e a quelle persone che oggi soffrono tanto. Non dimentichiamoci del Giappone”.
Poi ha affrontato gli argomenti legati alle prossime gare. A partire dalle scelte e dunque dalle assenze di Borriello, Balotelli e De Rossi: “Per quanto riguarda Borriello è stata una scelta tecnica. Balotelli l’ho sentito e il primo a essere dispiaciuto per quello che è successo è proprio lui. Mi ha chiesto aiuto, tra virgolette; si è reso conto di aver fatto una stupidaggine, mi ha chiesto come fare a non rovinare sempre tutto. Lo teniamo in grande considerazione. De Rossi? Non ci ho parlato, ho letto le sue ultime dichiarazioni e mi hanno fatto piacere. La loro esclusione vale per una partita, per l’Ucraina vediamo. Bisogna vincere cercando di essere leali e sportivi. Il codice etico va avanti a tutti i costi, se no non saremmo credibili: è condiviso da tutti, nessuno ha mai avuto nulla da obiettare”.
Altrettanto precisa la risposta di Prandelli su Cassano: “Con il Bari ha fatto un ottimo secondo tempo. Fisicamente sta bene, le panchine nel Milan non mi preoccupano, anzi. Qui arrivano tutti con uno spirito diverso, per molti giocatori fa bene essere qua. La Slovenia è una squadra compatta, con un’ottima organizzazione di gioco. Temo il loro entusiasmo. E’ importante, anche se non è la partita chiave”.
E non risparmia, il cittì, neppure le battute: “E’ un gioco e allora giochiamo: se fosse stata l’ultima, decisiva, partita prima dell’Europeo avrei chiamato Totti e Del Piero. E magari anche Di Natale e Di Vaio”. Una frase che fotografa la situazione e non nasconde un po’ di preoccupazione: “Nelle ultime tre partite di Champions – sottolinea Prandelli - c’erano solo cinque giocatori della Nazionale: è un problema più ampio, per cui andrebbero portate idee nuove. Vedere i grandi giocatori che hanno ancora voglia di dimostrare è importante, e per i giovani dovrebbe essere uno stimolo: devono cominciare a farsi largo tra i campioni. Se si vuole programmare il futuro si deve pensare all’età”.