Prandelli: “Con la personalità costruiamo qualcosa di importante ”
sabato 8 ottobre 2011
La personalità è la cosa che gli è piaciuta di più. Il modo di stare insieme fuori dal campo, la voglia di ritrovarsi come tra un gruppo di amici, è invece quello che ha più sorpreso Cesare Prandelli e il suo staff. La Nazionale avanza verso Euro 2012 percorrendo la strada giusta: prima si è lasciata alle spalle il mondiale sudafricano, quindi ha lavorato sodo per cambiare la mentalità di gioco adottando uno stile più offensivo, caratterizzato dal possesso palla. Raggiunta la qualificazione, adesso l’obiettivo del cittì azzurro è quello di perfezionare la sua creatura per rimuovere il cartello “lavori in corso” alla soglia del traguardo europeo.
Da qui a giugno c’è un’idea da portare avanti, che riguarda soprattutto la fase d’attacco: quella di ricercare maggiore incisività e concretezza, senza però snaturare la manovra, che sta convincendo tecnico, giocatori e critica. E che sta diventano un modello da emulare nel calcio di casa nostra. “La partita con la Serbia – dice Prandelli il giorno dopo - l’abbiamo gestita bene sul piano psicologico, della reazione alle pressioni ambientali. Abbiamo giocato con personalità, muovendo sempre la palla. Più ancora del risultato mi interessava la prestazione, ed è arrivata. Cassano per me ha giocato molto bene. Ha dimostrato una buona intesa con Rossi, si è mosso, ha tirato. Osvaldo? Ho pensato ad inserirlo, ma l’infortunio di Marchisio poi ha cambiato le cose”.
Tanti complimenti per questa Italia, ma anche per i meriti del cittì: “Molte squadre in questo momento cercano di sviluppare il gioco, più che cercare la giocata estemporanea. Si cerca di valorizzare di più il concetto di squadra. Paura di osare? La paura c’è quando un giocatore non sa cosa fare, va combattuta con la conoscenza calcistica, con un’idea di gioco. Se è anche merito mio questa inversione di rotta? Io cerco sempre di mandare in campo una squadra organizzata. Adesso mi sembra sia quello che ricercano anche le grandi squadre, che possono esaltare con le loro individualità questo concetto. Apripista? Magari, non lo so”.
C’è ancora tempo per quale esperimento, per provare nuovi moduli: “Li prenderò in considerazione, eventualmente, se arriveranno indicazioni precise in questo senso dal campionato. Parliamo di esterni di centrocampo. Prima c’era solo Pepe, adesso se ne stanno mettendo in mostra altri. Questo gruppo sta insieme da un anno, ma se vedrò giocatori pronti a prescindere dall’età - come è stato il caso di Barzagli - questo gruppo può essere ulteriormente integrato”.
Proprio il discorso sui moduli tira in ballo un altro argomento: “Quello del trequartista è un ruolo difficile se interpretato avendo in mente il trequartista classico. Montolivo ieri ha fatto movimenti importanti, portando via un centrocampista e aprendo spazi agli inserimenti. Giovinco? Per me è una punta. Deve lavorare in funzione del gol. Le punte vengono spesso incontro per giocare, nel contesto della coralità di squadra, nel possesso palla. In quei casi o l’altro attaccante o un centrocampista dovrebbe andare in profondità. Ci stiamo lavorando. Per adesso voglio continuare su questa strada, tanto il modulo con il centravanti i giocatori lo conoscono già. Vogliamo concludere meglio la mole di gioco che creiamo. Osvaldo può servire, è uno degli attaccanti moderni, perché sa fare molte cose, anche se magari segna qualche gol in meno di altri”.
Sui singoli, un accenno particolare merita Marchisio: “Si sta perfezionando in un ruolo ben preciso, da centrocampista centrale, di interno. Ha grandissima propensione alla corse e "sente" l’area di rigore. Ricorda più Tardelli di Perrotta. Le aspettative? Facciamo un passettino alla volta. Non voglio fare il passo più lungo della gamba. Stankovic dice che l’Italia diventerà presto una delle prime tre nazionali al mondo? Speriamo. Buffon dice che è la più bella Italia per cui ha giocato? Fa piacere, è convinto di quanto stiamo trasmettendo come staff, nonostante in azzurro abbia già vinto tutto. Se mi riconosco un merito per quanto raccolto, è quello di aver diffuso entusiasmo e aver convinto i giocatori su certi concetti, tipo il centrocampo di qualità”.
Un occhio, infine all’Irlanda del Nord, avversaria martedì prossimo a Pescara: “Mi piacerebbe dare continuità come formazione, ma vorrei anche valutare chi ha giocato meno sinora. Quindi per la partita di Pescara devo ancora pensare bene a quali decisioni prendere. Giovinco titolare? Ci sto pensando”.