Play off. Ghedin ci crede: “Non siamo in America per fare una vacanza”
giovedì 25 novembre 2010
Nonostante tutto, Ghedin ci crede ancora. Battere le americane, campionesse olimpiche e due volte campionesse del mondo (1991 e 1999), è già di per sé un’impresa; ma ripartire addirittura da una sconfitta maturata a pochi secondi dal fischio finale e da un gol di svantaggio, rasenta il miracolo. Il ct, però, non si dà per vinto e con lui tutta l’Italia femminile, decisa a battersi con le unghie e con i denti nel play off di ritorno contro gli Usa, in programma a Chicago sabato (Toyota Park Bridgeview Stadium ore 13 locali, le 20 in Italia).
L’orgoglio prende il sopravvento su tutto il resto, e le Azzurre ne hanno da vendere. A Chicago, nonostante il freddo polare, i disagi per il fuso e l’ambientamento, si stanno allenando con grande impegno per rispondere in maniera adeguata all’ultima chiamata per il Mondiale. “Con la testa ci stiamo ancora – sottolinea Ghedin – questo sia chiaro. Non siamo venuti in America a fare una vacanza, il gruppo è carico e, se dobbiamo uscire, lo faremo a testa alta”.
Con il piglio del condottiero e del giocatore abituato alle battaglie quale è stato, il cittì delle donne azzurre indica la strada. Per accantonare la sconfitta di Padova e riprendere il possesso di quelle qualità – carattere in testa – che hanno portato l’Italia al confronto con la prima nazionale al mondo. “Il nostro è stato un percorso straordinario – racconta – non abbiamo nulla da recriminare, né da rimpiangere. In questi anni, da quando ho preso in mano la squadra, il gruppo è cresciuto a tutti i livelli, anche grazie ai risultati ottenuti, sulla carta difficili da immaginare. Se siamo arrivati fin qui, il merito è di queste ragazze che ci hanno messo l’anima, l’impegno, il grande sacrificio, togliendo spazio e tempo alla loro vita quotidiana, alla famiglia, agli studi. E’ chiaro che gli Stati Uniti, sulla carta, sono più forti di noi. Sono i numeri a provarlo, i titoli, i milioni di tesserate con cui è difficile reggere il confronto”.
Ma Ghedin, che nel calcio ci è cresciuto e ci vive da sempre, sa che c’è spazio anche per quello che non ti immagini. “Partite come queste – continua – hanno il sapore di vere e proprie imprese. Però, se riuscissimo a fare subito un gol, le americane potrebbero accusare il colpo, avere delle difficoltà. In questi novanta minuti ci sono due anni di lavoro, nessuno di noi ha intenzione di buttarli al vento, né io, né queste ragazze che continuano a sperare e a credere di cambiare, con il loro esempio, il corso degli eventi e di dare un contributo importante a tutto il movimento calcistico femminile. Purtroppo siamo anche penalizzati dagli infortuni, regalare agli Stati Uniti due pedine fondamentali come Gabbiadini e Sara Gama è un ostacolo in più da affrontare e superare a bocce ferme”.
Due problemi che Ghedin affronterà nelle prossime ore. Lo staff medico sta cercando in tutti i modi di mettere entrambe le azzurre a disposizione del Commissario tecnico, ma i dubbi verranno sciolti solo all’ultimo.
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Questa la lista delle giocatrici a disposizione di Ghedin:
Portieri: Picarelli (American Women), Penzo (Venezia);
Difensori: D’Adda (Brescia), Gama (Chiasellis), Manieri (Torrs), Sorvillo (Graphistudio Tavagnacco), Bartoli (Roma), Neboli (Reggiana), Schiavi (Brescia), Tona (Torres);
Centrocampisti: Conti (Levante), Domenichetti (Torres), Carissimi (Torino), Pini (Bayern Monaco), Tuttino (Roma), Zorri (Lazio);
Attaccanti: Camporese (Torres), Fuselli (Torres), Gabbiadini (Bardolino), Panico (Torres), Vicchiarello (Chiasellis).
Nella foto: le Azzurre e lo staff ricevute dal Console italiano a Chicago Alessandro Motta