Pirlo: “Maturi per proporre un altro calcio”. Domani partenza per Liegi
domenica 5 giugno 2011
“Dopo un mondiale andato male bisognava voltare pagina. Prandelli ci trasmette serenità, ha portato entusiasmo, voglia di giocare bene e proporre un altro tipo di calcio. In questi nove mesi qualcosa di buono si è visto, siamo sulla strada giusta per andare avanti”: l’analisi sintetica ed efficace di Andrea Pirlo, uno dei senatori reduci dalla favolosa notte di Berlino, fotografa con chiarezza la prima stagione di Cesare Prandelli sulla panchina azzurra e certifica in maniera definitiva la piena sintonia e condivisione di visione ed obiettivi tra tecnico e squadra.
Alla vigilia della partenza per il Belgio, con la prospettiva di arricchire di ulteriori elementi un bilancio già molto positivo sotto il profilo tecnico, Pirlo si sofferma sui vari episodi che hanno caratterizzato la sua stagione travagliata dagli infortuni e gli elementi che stanno contribuendo a rendere il cuore pulsante della manovra italiana un reparto sempre più basato sulla qualità tecnica dei giocatori, anziché muscolare. “Cambiare squadra è stata una scelta condivisa da me e dal Milan – ha premesso - i miei 4 mesi di assenza hanno costretto Allegri a cambiare il modulo di gioco e trovare un nuovo equilibrio, che poi si è rivelato vincente, e dopo 10 anni fantastici sentivo il bisogno di trovare un’altra sfida”.
Quindi torna a parlare dell’Italia: “Con i compagni di Nazionale sin da agosto scorso ci eravamo detti che volevamo tornare a giocare bene e divertirci. Venire qui e giocare in questo modo fa felice me, i ragazzi e soprattutto il pubblico che viene a vederci. È giusto che dalla prossima stagione Prandelli tenga in considerazione chi gioca di più e arriva a Coverciano con tanta benzina in corpo – sottolinea Pirlo - Chi gioca con discontinuità nella propria squadra magari poi non ha il ritmo gara per giocare con la maglia azzurra”.
Il richiamo alla scuola spagnola, in questo momento, costituisce un punto di riferimento costante nel panorama calcistico europeo: Pirlo si dimostra ottimista sulle possibilità di riprodurre quel modello anche in Italia e dare così un nuovo corso al nostro calcio. “Ci vuole tempo, ci vogliono i giocatori e soprattutto un’impostazione che deve essere data già nei settori giovanili. Se si inizia a farli giocare in un certo modo sin da piccoli, come fa il Barcellona, si fa prima”.
Infine il regista ha tenuto a ribadire lo sdegno suo e di tutto l’ambiente azzurro per il nuovo caso di calcio scommesse, nei giorni scorsi definito senza troppi giri di parole: “E’ una pagina bruttissima per il calcio italiano – ha affermato con forza – chi gioca a calcio è un privilegiato e un fortunato, e non ha bisogno di fare queste cose per guadagnare dei soldi. Noi siamo veramente scossi da questa vicenda e attendiamo sviluppi per il bene di tutto l’ambiente, del pubblico che ci sostiene e dei bambini che vogliono iniziare a giocare a calcio. Bisogna voltare pagina. Subito”.
Da un veterano a un esordiente. E’ il caso di Ogbonna, arrivato ieri a Coverciano in sostituzione dell’infortunato Aquilani, e subito parte del gruppo: “Con i compagni – racconta l’azzurro – nessun problema, Chiellini e Ranocchia mi hanno aiutato ad inserirmi. Ma, ancora oggi, sono molto emozionato: non mi aspettavo questa convocazione e ora voglio godermela fino in fondo. Sono giovane e ho molto da imparare, sto vivendo un sogno”.
E però ha le idee chiare: “Sono figlio di genitori nigeriani – spiega Ogbonna – ma mi sono sempre sentito italiano. Ho rifiutato tempo fa di far parte della nazionale nigeriana e sono felice di questa scelta. Ho già indossato la maglia azzurra dell’Under 21 e voglio ringraziare il mister Casiraghi che ha creduto in me, quando ero ancora molto giovane”.
Gli Azzurri hanno lavorato anche oggi a Coverciano in vista dell’amichevole di martedì sera (ore 20.45) contro la Repubblica d’Irlanda di Giovanni Trapattoni. Domani, dopo l’allenamento del mattino, la Nazionale raggiungerà Liegi, sede della gara.