Motta, esordio a Dortmund: “Sognavo l’azzurro, nel 2006 ho tifato Italia”
martedì 8 febbraio 2011
“Spero di fare una grande partita, sarà una serata speciale e l'emozione non sarà paragonabile a nessuna di quelle vissute fino ad oggi”: Thiago Motta, la novità del centrocampo dell’Italia, ha bruciato le tappe in poche ore passando dalla prima convocazione in azzurro al giorno dell’esordio. “Mi sento un privilegiato – spiega l’italo-brasiliano - per avere questa occasione che cercherò di sfruttare al meglio delle mie possibilità. La maglia della Nazionale era quella dei miei sogni: sono nato in Brasile, ma mi sento per il resto assolutamente italiano, contentissimo di essere qui. La mia famiglia viene dall'Italia, magari non ho avuto la fortuna di nascere qui, ma per il resto mi sento pienamente italiano. Conosco l'inno, ma non lo canterò solo perchè non conosco la melodia. Non so cosa pensano in Brasile di questa mia scelta, non credo che mi considerino un traditore, sicuramente non lo penso io. Per me aver scelto l'Italia è stato semplice, era quello che volevo”.
Motta spera di ricevere una buona accoglienza: “Da professionista - dice - rispetto le opinioni del pubblico, ma mi piacerebbe che ci fossero applausi
per me e non fischi, visto che ho scelto questa maglia con piena convinzione. Mio padre è contentissimo per questa mia scelta, anche lui voleva che venissi in questa Nazionale”:
Il desiderio di vestire la maglia azzurra arriva da lontano. “Ho visto il Mondiale del 2006 a casa, con degli amici in Spagna, però sognavo già di giocare con l'Italia e quindi tifavo per gli azzurri. Se sono arrivato in Nazionale, devo ringraziare Preziosi e Gasperini, che hanno creduto in me in
un momento difficilissimo in cui, dopo l'infortunio al ginocchio, non avevo una squadra in cui giocare. Ho parlato per primo con il presidente Preziosi e poi con Gasperini, e quest'ultimo mi ha dato tanta fiducia, rivelandosi uno dei due tecnici che maggiormente mi ha insegnato di più. Benitez? E' stato poco all'Inter, ma ho imparato qualcosa anche da lui, sul campo e nella vita professionale”.