L'Italia al primo bivio di EURO 2024: a Lipsia c'è la Croazia. Spalletti: "La sconfitta con la Spagna ci ha insegnato tanto, pronti a reagire"
Azzurri con due risultati su tre a disposizione e tanta voglia di voltare pagina rispetto a Gelsenkirchen. Bastoni: "Nel calcio non esiste la paura. Abbiamo capito i nostri errori, è quando si perde che deve uscire il valore degli uomini"domenica 23 giugno 2024
EURO 2024, per l'Italia, è arrivato al primo bivio. Dopo un'ora di volo, con partenza dall'aeroporto di Dortmund, la Nazionale è atterrata a Lipsia, dove lunedì sera ecco il primo dentro o fuori per i campioni d'Europa. Basterà non perdere contro la Croazia per garantirsi il secondo posto nel Gruppo B: se i giocatori, in questi giorni, hanno rifiutato l'idea di giocare per il pareggio, anche il Ct Luciano Spalletti si allinea al pensiero, non nominando mai la classifica.
"Ci sono partite che la tua storia la fanno diventare piccola o grande, e da questa sfida qui si hanno dei risultati importanti", le parole del Ct, che difende convinto le scelte fatte al momento di stilare la lista dei convocati. "Noi abbiamo fatto delle scelte perché siamo convinti di aver a che fare con calciatori forti - ha spiegato -. Quando sono andati nei ritiri ho visto la loro voglia di partecipare e di esserci. Questa loro disponibilità e ricerca e voglia va a tradursi nell'essere disponibili a giocare queste sfide, che capitano quando si è calciatori della Nazionale".
La botta per la sconfitta contro la Spagna, non tanto per il risultato quanto per la differenza di valori vista in campo a Gelsenkirchen, è stata assorbita. "In questi giorni ho visto comportamenti che mi piacciono. Non mi è piaciuta la partita contro la Spagna, ma l'abbiamo analizzata, abbiamo parlato e abbiamo capito di aver fatto un passo indietro rispetto alle ultime gare. Mi aspetto di vedere che quella partita lì ci abbia insegnato tante cose, pur avendo subito un dolore. Sono molto soddisfatto di quello che vedo e non abbiamo raccontato banalità quando parlavamo di un grande gruppo. Questo è un gruppo di cui ci si può fidare per quello che succede durante il giorno: la disponibilità in campo, il prendersi carico anche di cose che non riguardano solo il singolo calciatore. Io ho già passato situazioni così, i calciatori sono giovani ma mi sembra di vedere l'atteggiamento giusto per andarci a prendere delle cose e far vedere gli insegnamenti. Prima della Spagna ci eravamo detti delle cose che non siamo stati in grado di esibire. Ora bisogna mettere davanti i fatti e lasciare davanti le parole".
Guai a parlare di risparmio di energie tra la prima e la seconda partita: "Non ci siamo risparmiati per niente. Anzi, abbiamo speso molto, dovendo rincorrere il gioco della Spagna, ma contro l'Albania è stata fatta una partita molto differente. In tutte e due le partite si è cercato di fare le stesse cose: in una ci siamo riusciti, in una no". Di fronte ci sarà la Croazia, che nelle prime due partite ha totalizzato un solo punto, che viene da molti considerata come a fine ciclo ma che mantiene comunque giocatori di grande tecnica, esperienza e qualità. "Il livello è sempre altissimo: qualsiasi nazione può mettere insieme 20 calciatori che sanno leggere la partita e che hanno esperienze importanti".
Due di loro, Perisic e Brozovic, Spalletti li ha anche allenati all'Inter: "Di loro può incidere tutto, perché hanno volume di corsa, qualità, esperienza, hanno tutte quelle cose che servono per fare bella una squadra. Hanno anche qualche anno, ma sono due calciatori fortissimi e in quegli anni lì me li ricordo bene. Ci messaggiamo ancora: gli voglio lo stesso bene di quando erano miei calciatori, li rivedrò volentieri e ci daranno filo da torcere. Bisogna andarli a prendere, loro come tutta la Croazia, sulla vivacità, sull'intensità, perché avranno da recuperare un po'".
Spalletti annuncia che "Dimarco è a disposizione, anche se avremo un'ultima verifica domani mattina", ma anche qualche cambiamento rispetto alla squadra che ha iniziato i match contro Albania e Spagna. "E' chiaro che dopo una partita così, l'idea di poter cambiare qualcosa c'è, perché poi probabilmente ho sbagliato io a non cambiare prima vista quella che è stata la prestazione. Ho ritenuto un azzardo andare a mettere mano".
Il Ct, poi, loda Di Lorenzo, in difficoltà contro Nico Williams ("Per quanto ci sono stato insieme è come un figlio, faccio sempre fatica a fare a meno di uno della sua qualità"), parla anche di Cambiaso ("L'ho visto bene al di là che si sia fatto trascinare in un contesto di posizioni che non gli erano state richieste. Non me l'hanno ordinato, è un ragazzo intelligente e che sa fare più ruoli") e Jorginho ("Se ha giocato sotto livello dipende anche dalla squadra, ma puntiamo molto su di lui") e affronta anche il tema del recupero psicologico dopo il ko con la Spagna: "Se non si fa risultato si va a casa, il recupero psicologico è questo qui. Si ha a che fare con dei professionisti a tutto tondo, quindi bisogna essere realisti e c'è da fare questi step in avanti per guadagnare ruoli e meriti. Va tutto veloce. Un Frecciarossa in stazione ci rimane cinque secondi: o si sale o si resta a piedi".
BASTONI In conferenza stampa, con Spalletti, c'è Alessandro Bastoni, l'uomo che ha segnato il primo dei due gol a EURO 2024, contro l'Albania, dopo la doccia gelida del vantaggio di Bajrami. "Paura? Non è una parola che mi piace accostare al calcio - le parole del difensore dell'Inter -. Può esserci paura quando viene diagnosticata una malattia. Abbiamo parlato per analizzare quello che è successo con la Spagna: abbiamo capito i nostri errori, o ti abbatti o trovi una motivazione e fortunatamente il calcio ci dà l'opportunità di una seconda chance".
Rispetto, quindi: "Conosciamo tanti giocatori, che hanno più partite insieme di quanto non succeda nei club. La batosta ci ha lasciato tanto e unito ancora di più: quando si vince è facile fare gruppo, è quando si perde che deve uscire fuori il valore dell'uomo". Tatticamente, quella proposta da Spalletti è una difesa diversa rispetto a quella a cui Bastoni è abituato: dai tre dell'Inter ai quattro della Nazionale. "Giocare a tre o a quattro cambia, ma ormai è un calcio in cui i ruoli contano relativamente. Sta poi all'intelligenza e al saper riconoscere determinare giocate in momenti che possono essere decisivi".
Il compagno di reparto è Riccardo Calafiori: "Mi trovo bene, ha una qualità enorme e non ha paura di giocare la palla. Mi ricorda quello che facevo tre o quattro anni fa. Abbiamo giocato due partite insieme, speriamo che questa affinità si vada a completare in futuro". Magari già dagli ottavi di finale: significherebbe aver superato il turno.