Lippi dopo Parma: “Sfogo forte, ma il mio compito è tutelare la squadra”
giovedì 15 ottobre 2009
Il giorno dopo la vittoria dell’Italia contro Cipro, nell’ultima partita del girone di qualificazione ai Mondiali 2010 che ha confermato le qualità di un gruppo che fa parlare i risultati, Marcello Lippi analizza a freddo la gara di Parma e torna sull’amaro sfogo, sulla rabbia per i fischi e per certi slogan da parte del pubblico giudicati“inappropriati”. “Ho avuto uno sfogo, forse un po’ forte – ammette il commissario tecnico – ma, conoscendo bene i miei ragazzi, quanto entusiasmo, quanta passione e quanta voglia mettono quando scendono in campo, non sono riuscito a stare zitto. Mi sono arrabbiato e mi sono sfogato, è il mio modo di tutelare la squadra: le critiche e i fischi esistono da sempre, anche chi mi ha preceduto alla guida della Nazionale ha dovuto affrontare queste situazioni, però ritengo che il dovere di una guida sia quello di farle notare certe cose”.
Il concetto è quello della sera precedente, i toni sono misurati: “Era logico che, avendo cambiato la squadra per undici undicesimi e avendo già conquistato e festeggiato la qualificazione a Dublino, per di più con un turno di anticipo, avremmo incontrato delle difficoltà. Però non mi aspettavo quei fischi dopo dieci minuti ad una squadra campione del mondo in carica, che sta facendo il proprio dovere”.
Argomento chiuso qui, con un dribbling secco e diplomatico nei confronti delle dichiarazioni rilasciate da un ex cittì, Dino Zoff che ha definito “arrogante” il suo comportamento: “Ognuno è libero di pensare quello che vuole”.
Si volta pagina, il Mondiale è dietro l’angolo. E l’Italia ci va dopo aver concluso il girone di qualificazione con numeri più che positivi:sette partite vinte, tre pareggiate, diciotto gol realizzati e sette subiti. Il bilancio è presto tracciato: “In questi mesi – sottolinea Lippi – abbiamo lavorato tanto, alternando partite buone ad altre meno, però non abbiamo mai perso e ci siamo anche qualificati con un turno di anticipo. Abbiamo vissuto momenti negativi, non lo nascondo, come in Confederations Cup, ma fondamentali per fare delle valutazioni sul gruppo e sul futuro della squadra. Tra le cose più positive c’è l’inserimento di giovani come Criscito, Santon, Marchetti, Rossi, lo stesso Bocchetti, che hanno capito subito lo spirito del gruppo e si sono integrati senza problemi. Ragazzi che hanno buone doti tecniche e di personalità: e non è detto che possano arrivarne anche altri. Il livello che abbiamo raggiunto oggi, a chiusura del girone di qualificazione, è più o meno quello di quattro anni fa nello stesso periodo della stagione: adesso, però, abbiamo bisogno di verifiche di un certo livello (la prima il 14 novembre a Pescara contro l’Olanda, amichevole nata per un’iniziativa di solidarietà a favore dei terremotati dell’Abruzzo ndr) contro squadre importanti per vedere di che pasta siamo fatti”.
Il cantiere Italia è ancora aperto, i lavori sono in corso ma decisamente a buon punto. Si dice che le squadre rispecchiano sempre il carattere di chi le guida, non c’è dubbio che Lippi riesce a trasmettere il suo spirito a chiunque scende in campo, sia che si tratti di una partita ufficiale o di un’amichevole. Il cittì sorride: “Un gruppo importante – continua il cittì – che vuole compiere un certo tipo di percorso deve avere per me delle caratteristiche che ritengo fondamentali: il cuore, la grinta, la personalità. Qualità che aveva l’Italia che ha vinto il Mondiale e che ha l’Italia che porterò in Sudafrica”.