Lippi alla squadra: “Non dobbiamo avere paura, il nostro Mondiale inizia ora”
lunedì 21 giugno 2010
Lippi continua a credere nella sua Italia. Non bastano due pareggi, gli errori, una qualificazione in bilico, a cambiare le idee del cittì. Il doppio confronto con la squadra, il primo ieri sera al termine della partita e il secondo questa mattina prima dell’inizio della seduta di allenamento, è servito al Commissario tecnico per capire che quello in cui crede di più, il gruppo, c’è e ha anche voglia di andare avanti. L’unità del gruppo è il concetto che ha portato avanti l’Italia lungo il cammino delle qualificazioni ed è anche quello che ha guidato le scelte di Lippi per questa avventura sudafricana.
Il cittì non si nasconde e cerca di guardare avanti con serenità. Dice che il Mondiale dell’Italia inizierà giovedì pomeriggio contro la Slovacchia: “Possiamo ancora fare cose importanti – sottolinea - in questo Mondiale, rientra nelle nostre possibilità. Possiamo fare molto meglio di quanto fatto sinora, ma dobbiamo prenderci le nostre responsabilità dopo due partite che non sono andate come speravamo. La prima assume una diversa valutazione dopo il risultato della seconda. Non tutto è andato benissimo, ma non bisogna vedere il bicchiere tutto vuoto, perchè non lo è. Non c’è nessuna crisi. Ci siamo confrontati e ci siamo detti quello che dovevamo dirci, adesso dobbiamo stare attenti alle trappole che vengono dall’esterno”.
“Queste prime due partite – analizza Lippi - viste da un’angolazione sono negative, da un’altra meno. Infatti ci hanno tirato in porta solo due volte. Questi bestioni della Nuova Zelanda si sono trovati in vantaggio dopo 7’, e poi si sono messi tutti dietro, ma anche il Paraguay ha concluso un paio di volte, non di più. Dei problemi della squadra ne parlo con i giocatori, non con i giornalisti. Facciamo fatica sottoporta, quali altri problemi volete che ci siano?”.
Non è un problema di condizione atletica: “Ho visto la squadra correre con volontà, alcuni giocatori fisicamente stanno molto bene. Magari non siamo stati sempre lucidi, per eccesso di cuore e bramosia. I cambi? Credo di essere uno degli allenatori che usa di più la panchina. Per coinvolgere quanti più giocatori possibile, e perché provo a risolvere i problemi. Tante volte va bene, altre no”.
Poi ammette: “Ho letto che Capello si preoccupa per la paura dei suoi giocatori nei confronti della competizione. Non vorrei che capitasse anche a noi. Ma non è detto che, se si dovranno affrontare squadre importanti, sia la cosa peggiore che ci possa capitare. Non sempre si può avere un cammino in discesa. Ha detto un giornale neozelandese che l’Italia è in grado di mangiare pesci grossi, non pesci piccoli”.