
“La Nazionale è qualcosa di enorme… che brivido cantare l’inno”: Cantore si confessa a Vivo Azzurro TV
L’attaccante della Juventus, che a 25 anni ha già vinto due Scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa, punta sempre più in alto. “Il grande sogno è vincere qualcosa con la maglia dell’Italia”martedì 18 marzo 2025

Tenere vivi i ricordi del passato per proiettarsi verso obiettivi sempre più ambiziosi. Negli occhi di Sofia Cantore scorrono le immagini della bambina che dall’oratorio della parrocchia di San Vittore Martire di Missaglia è arrivata - con passione e un pizzico di sana incoscienza - a conquistare la maglia della Juventus e della Nazionale. “Rivivrei ogni singolo momento se potessi, come se stessi sempre sognando”, ammette l’attaccante nell’intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV. Molti dei sogni calcistici della 25enne di Lecco si sono già avverati, ma quello più grande sarebbe “vincere qualcosa con l’Italia”.

FANGO E AMICIZIA. Sofia dà i primi calci al pallone con i compagni di classe della scuola elementare di Missaglia, un piccolo paese di 9.000 abitanti in provincia di Lecco. “Da lì è iniziato tutto. Già da piccola questo sport mi dava tante soddisfazioni. Mi allenavo con quelli che sono ancora i miei amici e mi piaceva tornare a casa sporca per aver giocato all’aria aperta nel fango. Tutto questo ha creato dei legami importanti che tutt’ora mi porto dietro”.
Dopo un provino in cui impressiona tutti, a 14 anni si allontana da casa per iniziare l’esperienza con il Fiammamonza, dove rimane per quattro anni fino alla chiamata della Juventus in Serie A. “Dal punto di vista calcistico avrei voluto mettere più dedizione in quello che facevo. Questa mia incoscienza mi portava a vivere le cose in maniera più superficiale. Ero arrivata alla Juve ma non me ne rendevo conto. Se ripenso a quegli anni so che avrei potuto metterci più impegno: da piccola ero un po’…”. Una frase detta con il sorriso sulle labbra e lasciata così, in sospeso, nella consapevolezza che da esperienze ed errori si impara sempre qualcosa.

IL 2018 ANNO DELLA SVOLTA. Dopo aver festeggiato il primo scudetto in bianconero - ne è poi arrivato un altro, oltre a due Coppe Italia e una Supercoppa - a 18 anni è costretta a fermarsi per la rottura del crociato. “L'infortunio del 2018 ha rappresentato il crocevia della mia carriera. La riabilitazione mi ha forgiato e mi ha trasmesso tante di quelle caratteristiche che porto ora in campo. Una su tutte, il sacrificio. Mi ricordo i pianti perché il fisioterapista mi faceva correre tantissimo e spesso pensavo di non farcela, ma in quel periodo ho imparato il significato del termine lavoro”. Da allora ‘Sofi’ amplia il proprio bagaglio tecnico e mentale, diventando a suon di gol e altruismo un punto di riferimento per le compagne. I prestiti al Verona, alla Florentia e al Sassuolo l'aiutano a diventare un attaccante completo e moderno, dando il là alla seconda vita calcistica a Torino e alla definitiva consacrazione in azzurro.

NAZIONALE, ‘YOU’VE GOT THE LOVE’. Dalle presenze in Nazionale Under 17 e Under 19 fino al grande salto nella Maggiore, con cui finora ha collezionato 31 ‘caps’ e realizzato quattro gol. L’ultimo ha permesso all’Italia di conquistare lo scorso dicembre il primo storico successo in casa della Germania, un acuto preceduto dalla doppietta di ottobre con Malta e dall’incornata nel febbraio del 2023 in casa dell’Inghilterra campione d’Europa in carica. “La prima rete è stata un’emozione incredibile. Eravamo a Coventry per l’Arnold Clark Cup, lo stadio era pieno e ricordo che ci siamo riscaldate sulle note di ‘You’ve got the love’. Per me segnare è come una liberazione, è bello dare una mano concreta alla squadra e quel giorno ho provato una gioia particolare”.

La canzone di Florence And The Machine come colonna sonora del suo amore per la maglia dell’Italia. “La Nazionale per me è qualcosa di enorme, è quel brivido che ti viene quando canti l’inno. Il punto più alto è stato il Mondiale, che però purtroppo non è andato bene. Dopo è arrivato mister Soncin che ha portato tante novità, curando ogni dettaglio e preparando ogni partita come fosse una finale”. Gli occhi non mentono, e quelli di Sofia tornano a brillare all’idea di poter inseguire il suo grande sogno: “Vincere qualcosa in azzurro deve essere una soddisfazione unica. Rappresenti il tuo Paese e condividi lo spogliatoio con un gruppo di amiche. Al solo pensiero mi viene da sorridere”.