L’Italia supera l’esame Serbia: Azzurri imbattuti anche a Belgrado
venerdì 7 ottobre 2011
L’Italia esce imbattuta anche dal Marakana di Belgrado. “E non era facile – dice al termine dell’incontro Prandelli – abbiamo cercato di giocare sempre, esagerando forse in alcune circostanze. Certo è che, quando una squadra gioca nei primi 20’ come abbiamo fatto noi, deve segnare il secondo gol. Invece la sensazione è che ci siamo accontentati”. Passata in vantaggio ad un minuto scarso dal fischio di inizio con un piatto destro angolato di Marchisio, l’Italia poteva raddoppiare con Rossi e invece si è fatta raggiungere al 25’ da Ivanovic. Finisce così 1-1, un pareggio che, per le indicazioni sul piano dell’impegno e della personalità, va bene agli Azzurri qualificati con due turni di anticipo, ma non alla Serbia costretta a rinviare – dopo la vittoria conseguita questa sera dall’Estonia contro l’Irlanda del Nord - l’obiettivo play off all’ultima gara in programma in casa della Slovenia.
Azzurri in campo con la formazione annunciata alla vigilia da Prandelli: Buffon in porta, in difesa da destra Maggio, Barzagli (al suo rientro in azzurro), Bonucci, Chiellini, a centrocampo De Rossi, Pirlo, Marchisio, Montolivo più avanzato alle spalle del tandem d’attacco Rossi-Cassano. Avvio fulmineo da parte dei serbi che, dopo pochi secondi, scagliano dalla distanza un tiro minaccioso con Kolarov che Buffon respinge corto alla meno peggio; e sul cambio di fronte, Italia in contropiede, difesa serba sbilanciata, Rossi allunga in verticale per Marchisio, che non fallisce il bersaglio con una conclusione radente di piatto destro alla sinistra di Jorgacevic.
Cinquantaquattro secondi e l’Italia è in vantaggio al Marakana di Balgrado, dove regna un tifo assordante. Un gol che dà la spinta agli Azzurri, scatenati nel gioco offensivo, mentre i serbi ci provano con i cross tagliati di Kolarov dalla fascia sinistra. Al 25’ i padroni di casa pareggiano: azione nata da calcio d’angolo, mischia in area, palla che arriva allo smarcato Tosic che da fuori area lascia partire un sinistro che trova la decisiva deviazione da terra di Ivanovic, che inganna Buffon (con Pantelic in posizione di fuorigioco). Un primo tempo molto intenso con un’Italia grande per una buona mezz’ora, che lotta e imposta con personalità, senza subire la pressione avversaria se non nel finale di tempo. Nella ripresa la Serbia tenta la carta Petrovic e al 2’ rischia di passare in vantaggio con una gran punizione di Kolarov, ma altrettanto grande è la risposta di Buffon.
Ritmi alti anche nel secondo tempo, con i serbi che spingono forte alla ricerca dei tre punti. Tra il 22’ e il 25’ due cambi per Prandelli: Giovinco e Nocerino al posto di Cassano e Marchisio, quest’ultimo vittima di un infortunio alla caviglia. Una serie di errori negli ultimi sedici metri caratterizzano la gara nella fase finale, con le squadre ormai stanche e in debito di lucidità. Al 37’ Aquilani sostituisce Montolivo, cambiano ulteriormente gli equilibri tattici. Disordinata, l’Italia, nelle battute che la separano dal triplice fischio, dura la Serbia nei suoi interventi che non l’aiutano a raggiungere, però, il successo pieno.
Un po’ di rammarico tra gli Azzurri. Dice Pirlo: “Dispiace perché potevamo chiudere la partita e invece non ci siamo riusciti. In qualche occasione potevamo sfruttare meglio il contropiede, invece abbiamo preferito tenere palla. Però va bene così. Stiamo crescendo, questa era una prova importante sotto molti aspetti, non ultimo quello ambientale. Abbiamo superato anche questo esame e sono convinto che arriveremo all’Europeo con le motivazioni giuste e anche con la giusta cattiveria”.