L’Italia sfida l’Ungheria di Marco Rossi. Mancini: “Non sarà una gara semplice, inserirò dei giocatori freschi”
Domani sera a Cesena gli Azzurri affrontano nel secondo incontro della UEFA Nations League la nazionale guidata dal Ct italiano, ex compagno di squadra di Mancini alla Sampdoria. Barella “Vestire questa maglia è un onore, mai un peso. I nuovi ci hanno dato tanta energia”lunedì 6 giugno 2022
Da una grande classica del passato ad un’altra. Tre giorni dopo la sfida con la Germania, la Nazionale di Roberto Mancini tornerà di nuovo in campo per affrontare un’altra storica rivale. Domani allo stadio ‘Dino Manuzzi’ di Cesena (ore 20.45, diretta su Rai 1 – arbitra lo svizzero Scharer) nel secondo incontro della UEFA Nations League gli Azzurri dovranno infatti vedersela con l’Ungheria, avversaria di lungo corso (34 i precedenti, con 16 vittorie dell’Italia, 9 pareggi e altrettante sconfitte), che nel lontano 1938 fu battuta dalla Nazionale di Vittorio Pozzo nella finale del Mondiale francese.
Tra le nazionali più forti nella prima metà del ventesimo secolo (l’1-7 subito con i magiari nel 1924 resta peggior sconfitta di tutti i tempi per l’Italia), l’Ungheria è finita ai margini del calcio mondiale, ma negli ultimi quattro anni sotto la guida di un italiano, Marco Rossi, ha riacquistato prestigio ed è risalita fino al 40° posto nel Ranking FIFA. All’Europeo, inserita in un girone di ferro con Portogallo, Francia e Germania, ha fermato sul pari francesi e tedeschi sfiorando una clamorosa qualificazione agli Ottavi di finale. E sabato a Budapest si è tolta la soddisfazione di battere i vicecampioni d’Europa dell’Inghilterra grazie ad un rigore trasformato dal suo giocatore più talentuoso, il centrocampista ventunenne del Lipsia Dominik Szoboszlai.
“Non sarà una gara semplice – avverte Mancini in conferenza stampa – anche perché le gare semplici non esistono più. L’Ungheria ha battuto l'Inghilterra con merito, ha pareggiato con Francia e Germania all'Europeo: è una squadra difficile da affrontare, ha centrali alti e molto forti e ha qualità importanti in attacco”. Con Marco Rossi nei primi anni Novanta sono stati compagni di squadra: “Credo di averlo preso io alla Sampdoria – dichiara sorridendo -è un ragazzo perbene e un bravissimo allenatore. Grazie a lui l'Ungheria è migliorata tantissimo, sta facendo un lavoro straordinario”.
Il Ct aveva annunciato che con la Germania sarebbe iniziato un nuovo ciclo per la Nazionale e lo ha confermato rivoluzionando la formazione e facendo esordire sei giovani (sono diventati così 44 i debuttanti sotto la sua gestione). Ha avuto le risposte che voleva da un’Italia che ha mostrato freschezza e carattere, con i singoli al servizio della squadra e i nuovi che sono sembrati subito a loro agio. A brillare è stato soprattutto Wilfried Gnonto: “Ha 18 anni e non gli va data troppa pressione, deve crescere tranquillamente. Per l'età che ha sa giocare a calcio come pochi ed è molto veloce. E’ una seconda punta, ma può fare anche l'esterno".
Anche domani scenderà in campo una squadra con diversi volti nuovi rispetto a quella vista a Bologna e non è da escludere che possano esserci nuovi debutti: “Non è un problema far giocare calciatore esordienti e metterli alla prova in gare difficili. Inserirò un po’ di giocatori freschi perché siamo a giugno e abbiamo giocato tre giorni fa”. Nonostante la lussazione del quinto dito della mano rimediata nel finale del match con la Germania, Donnarumma cercherà di stringere i denti per scendere in campo: “Valuteremo domattina, speriamo possa farcela: se se la sente giocherà. Per me rimane il miglior portiere d’Europa. Qui in gruppo sono rimasti in diversi, anche Belotti ad esempio a cui avevo detto di andarsi a riposare". A proposito di punte, il Ct punta molto su Scamacca, ancora alla ricerca del suo primo gol in Nazionale ma autore di una buona prova con la Germania: “E’ veloce, potente e tecnico. Può migliorare nello stacco, anche se è alto. E' reduce però dalla prima stagione da titolare in Serie A, ci vorrà un po' di tempo ma può diventare davvero un grande attaccante”.
In sala stampa con Mancini c’è Nicolò Barella. Tra i protagonisti del successo all’Europeo, era in campo anche a Palermo nella serata che ha sancito la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale in Qatar: “Nel girone abbiamo dominato tutte le partite, ma ci sono stati episodi che non ci sono girati a favore. Con la Macedonia probabilmente dovevamo vincere tre o quattro a zero. Mi dispiace, non so dare una spiegazione. Cercheremo di fare di tutto per andare al prossimo Mondiale”.
A soli 25 anni ha già collezionato 37 presenze in Nazionale e nello spogliatoio sa di poter essere d’esempio per tanti giovani che si affacciano per la prima volta a Coverciano: “I nuovi ci hanno dato tanta energia, che forse ci serviva. Speriamo per chi ha esordito che sia la prima di tante partite. Ci sono tanti ragazzi come Locatelli, Frattesi o Esposito, che rappresentano il presente e il futuro della Nazionale, non solo io e Tonali. Ora che sono tra i più esperti cerco di trasmettere ciò che ci ha trasmesso il mister in questi anni". Il legame con l’azzurro era e resta fortissimo: “Vestire questa maglia è un onore, mai un peso. Quando indossi questa maglia tutto passa in secondo piano, anche se c'è stanchezza vieni a giocare lo stesso".
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Allegati
L'allenamento degli Azzurri e conferenza stampa a Cesena
6 giugno 2022