L’amarezza di Buffon: “Il calcio italiano è questo, è giusto tornare a casa”
giovedì 24 giugno 2010
“Abbiamo deluso e questo è sotto gli occhi di tutti. Se in tre partite, di cui due con Nuova Zelanda e Slovacchia, che sono squadre che meritano rispetto ma niente di più, non riesci a vincerne neppure una, allora è giusto tornare a casa e cercare di capire il perché di questo insuccesso”: a mente calda Gianluigi Buffon riesce a trovare una spiegazione solo in un modo. Sul banco degli imputati c’è il calcio italiano: “Il panorama del calcio italiano è questo – continua il portiere – e questo ci dobbiamo tenere. Se due anni fa si diceva che c'erano giocatori bolliti vuol dire che in giro di meglio non c'era e anche oggi ne abbiamo avuto conferma. Significa che le alternative sono ridotte, c’è da augurarsi che comunque abbiamo tutte le caratteristiche per far parte della Nazionale e per farci vincere qualcosa”.
Una Nazionale di cui Buffon vuole ancora far parte, ma che lascerà per qualche tempo per sottoporsi all’intervento chirurgico alla schiena: “Dovevo operarmi tre anni fa ma, per altruismo e per responsabilità nei confronti della mia società, non l’ho fatto. Adesso è arrivato il momento di pensare un po’ a se stessi”.
Per Buffon gli Azzurri in questo mondiale non hanno “proposto qualcosa che poteva renderci competitivi” e sul rendimento della squadra ha pesato l’assenza di Pirlo: “Senza di lui ci è mancato qualcosa in fase creativa”.
Zambrotta non cerca alibi, ma non è d’accordo che la colpa di questo insuccesso sia tutta di Lippi: “La colpa dell'eliminazione è di tutti non solo dell'allenatore, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e fare un'analisi di coscienza, superare questo mondiale e guardare avanti. L'analisi è semplice, siamo arrivati ultimi nel girone ed è giusto andare a casa. Le ragioni? Nelle prime due partite abbiamo fatto delle buone gare e abbiamo dato tutto quello che avevamo, oggi dopo un bruttissimo primo tempo siamo migliorati, ma alla fine potevamo anche passare il turno con un pizzico di fortuna e un po' di determinazione sotto porta. Ogni giocatore deve fare mea culpa. In questa nazionale c'era il giusto mix tra giovani e giocatori esperti, ma non è possibile che l'Italia faccia due punti in tre partite e arrivi ultima con squadre come Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia, con tutto il rispetto per queste formazioni”.