Italia-Serbia: a Genova l’arbitro sospende la gara dopo il lancio di bengala
martedì 12 ottobre 2010
Lo stadio di Genova è costretto a scrivere una delle pagine più brutte della storia del calcio. Italia-Serbia, la gara valida per le qualificazioni europee, viene sospesa definitivamente dall’arbitro scozzese Thomson dopo appena sei minuti di gioco e dopo che era iniziata con oltre mezz’ora di ritardo a causa dell’atmosfera calda che si è vissuta nella zona occupata dai tifosi ospiti. E in campo, quando un bengala è atterrato quasi ai piedi del portiere azzurro Viviano.
Una serata amara in un clima surreale. Genova avrebbe dovuto onorare la memoria (l’Italia con il lutto al braccio e un minuto di silenzio prima dell’inizio dell’incontro) dei quattro militari italiani morti in Afghanistan, avrebbe dovuto dare il suo sostegno ad una causa nobile, la lotta alla fibrosi cistica che ogni anno colpisce un numero incredibile di bambini. Mille palloncini rossi dovevano colorare il “Luigi Ferraris”, invece lo stadio si è riempito di bengala, di rabbia, di tutto quello che nessuno avrebbe voluto vedere.
La partita è iniziata con mezz’ora di ritardo ed è stata sospesa quando l’arbitro ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni di sicurezza per continuare. Fasi concitate, consultazioni tra il direttore di gara, il responsabile Uefa, i responsabili delle due federazioni e il responsabile della sicurezza Massucci. Fino alla decisione, con i giocatori dell’Italia che lasciano il campo mentre si svuota lo stadio, salutano i tifosi rimasti, mentre la nazionale serba si dispera, consapevole delle decisioni che potrà prendere la Uefa.
Il direttore generale della Figc Antonello Valentini, presente in tribuna al fianco del vice presidente federale Albertini, ha raccontato: “E’ un momento difficile per tutti, ci scusiamo con i tifosi, con il pubblico di Genova. Noi come federazione e la polizia abbiamo fatto tutto quanto era possibile perché la partita si giocasse, ovviamente nell’ambito delle norme di sicurezza. L’arbitro, che è competente a giudicare sulla sicurezza dei giocatori in campo, ha preso la decisione di chiudere la gara dopo il lancio del secondo bengala, quando, ci ha spiegato, non era più in grado di garantire la sicurezza dei giocatori. Adesso il delegato Uefa farà il suo rapporto e la palla passerà agli organi disciplinari della Uefa stessa”.
Una partita non giocata. Ma per la cronaca, in quei sei minuti qualcosa è successo: al 2’ un brutto intervento su Mauri punito con il cartellino giallo; al 3’ un netto fallo da rigore su Pazzini non rilevato dall’arbitro, al 5’ un gol di Bonucci giustamente annullato per fuorigioco.