Nazionale A Femminile

Intervista a Martina Rosucci "Pallone Azzurro 2014" per la Nazionale Femminile

martedì 21 aprile 2015

Intervista a Martina Rosucci
Dopo la consegna del Pallone Azzurro 2014 a Matteo Darmian, vincitore per la Nazionale maschile, oggi il premio è stato consegnato anche a Martina Rosucci, eletta dai Tifosi del web per le Azzurre. Nata a Torino il 9 maggio 1992, la giocatrice del Brescia, ha parlato in esclusiva con Vivo Azzurro, dal ritiro della Nazionale di Cabrini all’Acqua Acetosa di Roma. A 22 anni hai vinto il primo Pallone Azzurro assegnato a una calciatrice della Nazionale femminile. Cosa hai provato? Penso di potere riassumere le mie emozioni con due parole: orgoglio e responsabilità. Un riconoscimento così prestigioso non può che farmi sentire carica di responsabilità nei confronti dei Tifosi che mi hanno eletta. Come è iniziata la favola calcistica di Martina Rosucci? Ho un fratello gemello che giocava a calcio e che mi ha fatto appassionare a questo sport. Da bambina quando Matteo entrava in campo seguivo la partita attaccata alla rete di recinzione, per guardarlo giocare da vicino. Ogni volta che usciva il pallone, sistematicamente correvo a raccoglierlo per potere essere io a calciarlo in campo, tanto che il mister Mario Fiore, colpito da tanta passione, mi offrì di provare con la squadra. Da allora non ho più smesso di giocare a calcio. Oggi ti è stato consegnato un premio, ma da bambina eri tu ad assegnarli. Ci racconti questo simpatico aneddoto? Quando assistevo alle partite di mio fratello portavo con me cinque caramelle goleador. A fine gara consegnavo tali premi ai calciatori che secondo me erano stati i migliori in campo. Come ti definisci come calciatrice? Penso di essere potente fisicamente e avere intelligenza tattica. Vorrei migliorare la mia tecnica, magari mettendomi in gioco in qualche campionato estero, come quello tedesco, francese o svedese, dove il livello tecnico è più alto. E come persona? Mi dicono che sono una ragazza seria, a volte anche troppo. Penso di avere una personalità forte ma, allo stesso tempo, sensibile; anche se non sempre tutti lo colgono, perché a volte posso sembrare un po’ sulle mie. A parte il calcio, quali passioni hai? Mi piace scrivere. Ho un mio blog attraverso cui cerco di trasmettere ciò che provo. Mi piace ascoltare i Coldplay e cantare al karaoke la musica inglese, per esercitarmi nella lingua. C’è qualche calciatrice o calciatore che ammiri in modo particolare? Ho avuto modo di giocare contro Caroline Seger, centrocampista svedese che milita nel Paris Saint Germain. Mi sono confrontata con lei, e sono rimasta impressionata dal suo passo. Tra gli uomini invece mi piace Claudio Marchisio: penso che sia uno dei centrocampisti più duttili e completi del nostro calcio. Data la tua giovane età, come giudichi le nuove leve azzurre? Va molto ad annate. Talvolta ci sono leve calcistiche un po' più dotate come la mia, che nel 2008 ha vinto l’Europeo Under 19, altre volte c’è meno qualità. Ciò premesso credo che il nostro movimento si stia sviluppando molto, anche grazie ad Enrico Sbardella (allenatore dell’Under 17 n.d.r), che si adopera per trovare e fare crescere nuovi talenti. Credo che attualmente le nostre Azzurrine siano molto forti. Ora non ci rimane che sperare in una continuità generazionale. Ma sono molto fiduciosa. La Nazionale Femminile Italiana è reduce da una mancata qualificazione al Mondiale, sfumata nella finale dei playoff contro l’Olanda. Siete riuscite a svoltare pagina? L’ho vissuta come un’occasione persa, potevamo fare di più, ma realisticamente, forse non eravamo pronte a livello fisico per giocarci i primi posti di un Mondiale. L’amarezza è stata grande perché la qualificazione era alla nostra portata; ora dobbiamo ragionare sugli errori commessi e lavorare per non rifarli in futuro. Quello attuale è un gruppo totalmente nuovo. Non ci sono più alcuni punti fermi appartenenti alla vecchia guardia, e toccherà a noi essere brave a crearne degli altri. Forse c’è ancora un pizzico di inesperienza, ma c’è anche molto entusiasmo. Stiamo lavorando per migliorare tecnicamente e, soprattutto, dal punto di vista atletico e fisico, dove c’è ancora un gap troppo elevato con altre nazionali. Per le qualificazioni all’Europeo 2017 siete appena state sorteggiate con Svizzera, Repubblica Ceca, Irlanda del Nord e Georgia. Come giudichi il gruppo? Poteva andarci un pochino meglio. La Svizzera è una squadra molto forte, così come l’Irlanda e la Repubblica Ceca. Comunque è un girone alla nostra portata, che siamo tenute a superare. © E’ vietata la riproduzione di questo contenuto, se non espressamente accompagnata dalla citazione della fonte: www.vivoazzurro.it.