Inizia il Lippi bis: “Felice di riprendere da dove ho lasciato”
martedì 1 luglio 2008
Riparte da oggi la seconda avventura di Marcello Lippi sulla panchina dell’Italia. Il Lippi bis inizia in una conferenza stampa affollatissima, tante domande e qualche promessa col sorriso sulle labbra da parte del Commissario tecnico di Viareggio, abbronzato e pronto a riprendere il discorso interrotto due anni fa, dopo la magica notte di Berlino e la Coppa del Mondo tra le braccia.
“Sono molto felice di riprendere da dove ho lasciato - queste le prime parole del Commissario tecnico - anche se questo significa che per l'Italia le cose non sono andate benissimo agli Europei, altrimenti sarei ancora a Viareggio, in spiaggia, a giocare con mio nipote”. E aggiunge: “Non avrei mai lasciato la Nazionale, avevamo
costruito qualcosa di veramente bello e importante, ma la decisione l’avevo maturata prima della partita con la Repubblica Ceca perchè in quel momento pensavo che non fosse giusto continuare”.
IL RITORNO – “Se sono tornato è perchè sono state talmente belle le sensazioni che tutti insieme abbiamo provato due anni fa, che c’è ancora la voglia di riprovarle. Mi entusiasma il fatto di riprendere questo cammino, non ho certezze. L’unico sentimento che mi accompagna in questa avventura è proprio l’entusiasmo. Per un anno non ho pensato minimamente a tornare in panchina, pur davanti a tante proposte e non solo di squadre di club, ma anche di Nazionali. Io ho sempre risposto che non esiste un ct che vince il campionato del mondo con la propria nazionale e ne va ad allenare un'altra. Ho rifiutato queste proposte perchè mi sentivo in debito con la federazione e volevo aspettare, se ci fosse stata la possibilità, di riprendere questo posto. E quando si sono avvicinati i Campionati Europei ho sentito forte il desiderio di tornare, così mi sono messo a disposizione della Federazione perchè era il mio modo di saldare il debito”.
PROPOSITI – “L’intenzione è quella di mettere subito in campo una squadra vincente e di continuare la striscia positiva di risultati. Con Donadoni la Nazionale ha proseguito il suo cammino, sono stati inseriti molti giocatori che hanno fatto bene in campionato e che potranno rappresentare in futuro la continuazione di un certo discorso. Esiste un gruppo che due anni fa ha vinto un Mondiale, non dobbiamo commettere l'errore di buttare via tutto. Secondo me sono tantissimi quelli che possono ancora dire molto a livello mondiale, ma dobbiamo anche cercare qualche giocatore nuovo. Vorrei subito una squadra competitiva, in grado di fare un calcio
aggressivo, propositivo e intraprendente. Quelli passati non sono due anni persi nè per me nè per la Nazionale”.
TOTTI E NESTA – “Sono del parere che bisogna sempre rispettare l'opinione
delle persone, in questo caso di due grandi giocatori che tanto hanno dato alla Nazionale. Non ho intenzione di prendere in considerazione un loro ritorno, posso solo dare un suggerimento per evitare un giorno di pentirsi: chiunque dovesse prendere questa decisione ad un certo punto della carriera per i troppi impegni non dica “abbandono la Nazionale” ma piuttosto “rinuncio alle attività della Nazionale, ma se nel futuro ci fosse bisogno sono disponibile”.
IL PASSATO - “Non vorrei più parlare di certe cose, quando ho lasciato la Nazionale l’ho fatto per il dispiacere di vedere il nome della mia famiglia coinvolto in una
serie di discorsi senza avere neppure la possibilità di potere essere spiegati. Qualsiasi
cosa dicevo veniva strumentalizzata, ora la situazione è diversa, c'è un dibattito pubblico in cui tutti hanno la possibilità di difendersi. Ci sono state delle cose non
belle, sono state chiarite, evidenziate e questo mondo continua ad essere qualcosa di cui l'Italia deve farsi vanto”.
MESSAGGIO - “Chiederò ai giocatori di avere lo stesso entusiasmo e la stessa compattezza che hanno dimostrato anche agli Europei. Voglio ricreare di nuovo i presupposti psicologici per creare qualcosa di importante. Quando hai vinto la pancia è piena e bisogna trovare le motivazioni. Rivincere è sempre più difficile, devi dare il 150 per cento, ma avere vinto è una base importante da cui partire. Il modello Italia
non è catenaccio come si dice ancora e a sproposito, ma è un modello di organizzazione, di squadre che hanno ottima difesa e centrocampo e avanti giocatori di fantasia, qualità e intraprendenza”.
STAFF- “Non è vero che ho voluto carta bianca, ho solo espresso al presidente Abete il piacere di poter lavorare con le stesse persone che mi hanno affiancato nella splendida avventura vissuta due anni fa, considerato che tutto aveva funzionato per il meglio. L’unica novità è il nome di Angelo Peruzzi che è una figura straordinaria di
professionista e un ragazzo fantastico e tra l’altro era già nel mirino della Federazione. Il 20 luglio a Coverciano comincerà il corso e poi sarà inserito nei quadri tecnici, quindi sarà a disposizione mia e della Federazione”.
CRITICHE “A me sembra di essere uscito di scena con un certo stile. All'inizio ho parlato poco, poi in ogni situazione ho sostenuto la Nazionale e il Commissario tecnico. E quando il presidente Abete è venuto da me e mi ha chiesto l'eventuale disponibilità a tornare sulla panchina dell'Italia, io non ho voluto prendere
alcun impegno con lui. Anzi, ho detto, “fate gli Europei e poi si vedrà, anche perchè se le cose vanno come tutti speriamo, è giusto che la Nazionale vada avanti così. Altrimenti io sono a disposizione”. Ecco come mi sono comportato. Il giudizio sul mio stile lo lascio agli altri”.
foto di Maurizio Pittiglio