In dieci uomini, l’Italia segna e lotta. Poi nel finale arriva il pareggio
mercoledì 1 aprile 2009
L’Italia è sempre prima in classifica con due punti di vantaggio sulla Repubblica d’Irlanda. Ma il pareggio di Bari (1-1) ha un sapore amaro, per colpa di un episodio accaduto al 4’ di gioco che ha condizionato tutto l’incontro: l’espulsione di Pazzini. Passa quasi in secondo piano la grinta e il carattere del gruppo di Lippi che, in inferiorità numerica, è passato in vantaggio con un gol di Iaquinta e poi ha sofferto e chiuso gli spazi in maniera encomiabile, fino ad una manciata di minuti dal fischio finale, al 41’, quando è arrivato il colpo d’ala dell’Irlanda con il pareggio di Keane.
Partita densa di motivazioni e di emozioni. Con una vittoria l’Italia può ipotecare la qualificazione e mettere mezzo piede in Sudafrica, l’Irlanda può superare gli Azzurri in classifica e vestire i panni della lepre. Lippi contro Trapattoni, vecchia storia di colleghi-rivali, con l’attuale ct che ha sostituito l’ex tecnico azzurro per ben due volte, alla Juventus e sulla panchina della Nazionale. Trap e l’Italia, quanti ricordi, in campo giocatori che lui stesso lanciò in maglia azzurra, tra tutti Pirlo, Grosso, Brighi.
Bari raccoglie tutti gli stati d’animo in un applauso caloroso che fa rabbrividire il Trap, un tifo da grandi occasioni. E la Nazionale lo è. Reduce dal successo di sabato scorso in casa del Montenegro, l’Italia cerca conferme. E’ una squadra diversa da quella di Podgorica: confermata in blocco la difesa, novità a centrocampo con l’inserimento di Brighi e in attacco con Pazzini al centro.
Per l’ottava volta gli Azzurri scendono in campo a Bari, dove hanno sempre vinto. Spinti dall’entusiasmo dei tifosi, gli uomini di Lippi partono in avanti, ma dopo 4’ ecco un episodio che condizionerà l’incontro. Un intervento di Pazzini a braccia alzate su O’Shea spinge l’arbitro tedesco Stark ad una decisione affrettata quanto sbagliata, probabilmente condizionata dal sangue che scorre sul volto dell’irlandese- Una “gomitata” involontaria punita col cartellino rosso lascia l’Italia in inferiorità numerica per tutta la gara, già di per sé delicata.
In dieci, gli Azzurri trovano subito la giusta reazione. E al 10’ passano in vantaggio con il sinistro di Iaquinta (servizio di Pirlo per Grosso, cross basso e intervento vincente dello juventino), al suo secondo sigillo con la maglia della Nazionale.
L’Irlanda è squadra che lotta e pressa, ma non sembra avere la grinta del suo condottiero. L’Italia chiude bene tutti gli spazi e si adatta a tutte le circostanze, anche alla sostituzione di Keogh con Folan (al 22’), un attaccante in più per dare maggiore incisività alla manovra offensiva.
Ma è la squadra di Lippi ad andare vicinissima al raddoppio con un’azione che è la fotocopia del gol: lancio di Pirlo per Grosso, stavolta è Pepe che va a chiudere ma senza fortuna. Al 40’ l’Irlanda si fa vedere dalle parti di Buffon con una conclusione di controbalzo di Hunt, alla quale il portiere risponde con grande prontezza di riflessi deviando sulla traversa. Nella ripresa Lippi decide di lasciare Pirlo negli spogliatoi ed inserisce al suo posto Palombo. Al 10’ gli Azzurri rischiano grosso: Buffon, in ritardo, esce su Hunt e l’Irlanda reclama il calcio di rigore. L’Italia difende con i denti il vantaggio, gara di grande sacrificio da parte di Iaquinta che lotta su tutti i palloni e aiuta i compagni in copertura. Ma gli Azzurri sono in dieci dall’inizio della gara e il dispendio di energie è enorme.
Nel finale le occasioni migliori. Dopo l’ammonizione a De Rossi che, diffidato, salterà la prossima gara con la Georgia, l’Italia ha la possibilità di chiudere il match: grande progressione di Iaquinta che mette al centro per Dossena, subentrato a Pepe, ma il tiro è debole. La fatica tra gli Azzurri si fa sentire. Cambio di fronte e mano provvidenziale di Buffon . Un minuto dopo il pareggio dell’Irlanda: palla lunghissima su cui si avventa Roby Keane, quando il tempo a disposizione è troppo poco, eppure tanto lungo, per un altro cambio di scena. L’Irlanda ci prova e mette in seria difficoltà la porta di Buffon per ben due volte. Questo è lo spirito del Trap ma, per fortuna degli Azzurri, è uscito tardi.