Immobile, il Mondiale e le ‘Notti Magiche’: “Io come Schillaci? Magari”
mercoledì 21 maggio 2014
Venerdì si sposa, ma preferirebbe rimandare il viaggio di nozze per poter volare in Brasile con la Nazionale. Una bella storia d’amore quella tra Ciro Immobile e la maglia azzurra, che dopo l’avventura in Israele la scorsa estate e la finale con l’Under 21 di Devis Mangia è sbocciata definitivamente a marzo, con l’esordio nell’amichevole con i Campioni d’Europa e del Mondo della Spagna: “Ho raggiunto due obiettivi importanti come il titolo di capocannoniere e la convocazione tra i 30 per il Mondiale. Ora – confessa in conferenza stampa la grande rivelazione del campionato - sono qui per guadagnarmi un posto tra i 23”.
Attaccante moderno, cinico sotto porta ma prezioso anche in fase difensiva, Immobile sa di avere buone chance di salire sull’aereo per il Brasile: “Voglio dimostrare che quello che ho fatto in campionato non è un caso. Sono qui per mettere in difficoltà il mister e per andare a giocare la manifestazione calcistica più importante. In attacco insieme a me ci sono sei giocatori davvero forti e per il Ct sarà complicato lasciarne a casa due”.
Immobile, Destro e Balotelli: tre attaccanti con caratteristiche diverse ma uniti dallo stesso obiettivo. “Mattia è più un attaccante d’area di rigore – spiega il bomber del Torino - io preferisco muovermi sul filo del fuorigioco e Mario ha bisogno di venire a prendersi il pallone per non sentirsi fuori dalla partita”.
Con Cerci c’è ormai un rapporto consolidato (“quando Alessio è arrivato in ritiro dopo il rigore sbagliato con la Fiorentina tutti i compagni hanno cercato di non fargli pesare questa situazione. Ha capito che deve mettersi alle spalle quello che è successo e andare avanti”), mentre con Balotelli sta nascendo un’intesa anche fuori dal campo: “Con Mario sto parlando tanto ed è un ragazzo per bene L’insulto razzista di oggi? Non mi va di parlare di queste cose e penso che Mario sia d'accordo, non dobbiamo dargli troppa importanza. Qui non si tratta di parlare di una singola città, cori contro neri, rossi, gialli, napoletani, li sentiamo un po' dappertutto, una cosa grave visto che siamo nel 2014. Dovremmo tutti migliorare, fare qualcosa di più, anche noi calciatori. Io comunque non mi vergogno di essere italiano, rimango solo triste davanti a certi episodi".
A qualcuno la storia di Immobile in azzurro ricorda quella di Totò Schillaci, l’auspicio di tutti i tifosi italiani è che anche lui possa regalarci tante altre ‘Notti Magiche’: “Magari! Schillaci ha disputato un grande Mondiale, è un paragone importante che mi fa piacere e che non mi mette pressione”.