Grande Italia in Ungheria. Ferrara: “Un esordio perfetto, la gara più bella”
martedì 6 settembre 2011
Buona, anzi buonissima, la prima. La giovane Italia vince 3-0 in casa dell’Ungheria e festeggia il ritorno in campo europeo con un successo che convince sul piano del gioco, dell’impegno, dello spirito di un gruppo che ha lavorato sodo in vista di questa nuova avventura. Bella, a tratti bellissima, ma anche sciupona questa Under che non ha paura. Che supera l’emozione dell’esordio e persino le sette partite di campionato che l’Ungheria ha già nelle gambe, sfoggiando una condizione soprattutto psicologica ottimale. Ferrara – anche lui al debutto - di meglio non poteva chiedere: “Sono stati perfetti in tutto – è il commento del tecnico azzurro al fischio finale – da quando siedo sulla panchina dell’Under è stata la partita più bella che ho visto. Peccato per le occasioni sciupate nel primo tempo, che per fortuna siamo riusciti a concretizzare nella ripresa. Sono felice perché non abbiamo sbagliato proprio nulla, non c’è mai stata partita”.
E già, l’Under l’ha fatta da padrona liquidando gli ungheresi con una doppietta di Manolo Gabbiadini e un gol di Fabio Borini, i due attaccanti preferiti a Paloschi e Destro: “Ho quattro attaccanti – spiega Ferrara – tutti bravissimi. Voglio ringraziare Paloschi e Destro per come si stanno comportando, hanno avuto lo spirito giusto anche dalla panchina; oggi hanno giocato gli altri due, ma cercherò di utilizzare tutti, valutando di volta in volta in base alle condizioni fisiche”.
Lasciato a casa Macheda per scelta tecnica e perso Fabbrini per infortunio alla vigilia della partenza per l’Ungheria, Ciro Ferrara rinuncia anche al titolare D’Alessandro e si affida ancora al 4-4-2, il modulo adottato e collaudato nel corso di questi undici mesi di lavoro. Dunque l’Italia scende in campo con Pinsoglio in porta, in difesa da destra il capitano Santon, Capuano, Caldirola, Crescenzi, a centrocampo Saponaro e l’esordiente Florenzi esterni con Marrone e Rossi centrali, in attacco la coppia Gabbiadini-Borini.
Grande movimento da parte dell’Under fin dall’avvio. Decisamente superiori gli Azzurrini sul piano tecnico, con l’Ungheria brava a trovare la profondità e a rendersi relativamente pericolosa per vie centrali (un solo intervento per Pinsoglio in tutti i 90’). La partita la fa l’Italia, vicinissima al gol con Borini e Gabbiadini, neutralizzati dal portiere Gulacsi. E dove non arriva l’estremo difensore ungherese, ci pensa la traversa a negare il vantaggio, al 35’, al rapidissimo Borini. Si chiude, il primo tempo, con quattro occasioni da gol annotate sul taccuino degli appunti, l’ultima delle quali al 43’, forse la più eclatante: azione avviata con grande intelligenza da Santon sulla corsia di destra, cross al centro per Gabbiadini sul quale arriva un bravissimo Gulacsi.
Manovra in velocità da parte dell’Italia, ordinata e attenta: come si dice in queste occasioni, è mancato solo il gol. Che arriva dopo 40 secondi dall’inizio della ripresa al termine di una straordinaria azione avviata da Santon che apre a sinistra per Florenzi, cross al centro sul quale si avventa con perfetta scelta di tempo Gabbiadini e Gulacsi, stavolta, è battuto. Con l’ingresso in campo di Bertusch nelle file ungheresi, la squadra di casa cerca di potenziare l’attacco, ma in realtà rende più vulnerabile la sua difesa. Tanto che al 17’ l’Italia fa tremare ancora la porta di Gulacsi con Borini partito sul filo del fuorigioco. Al 21’ arriva il raddoppio, firmato ancora da Manolo Gabbiadini, capocannoniere dell’Under di Ferrara con sei reti: il suo tiro dal limite dell’area che si infila all’angolino alla sinistra di Gulacsi è fulminante.
Al 30’ applausi per il goleador, che lascia il posto a Destro: proprio quest’ultimo resiste all’uscita un po’ avventata di Glulacsi, scivola, si rialza e serve un prezioso pallone che Borini trasforma nel 3-0 chiudendo la pratica Ungheria. Ancora due cambi, al 39’, per l’Italia: Donati e Paloschi al posto di Saponara e Borini. Ma il discorso è già stato chiuso. Si comincia con una vittoria, dunque. E sarà un lungo cammino in un girone con Irlanda, Turchia e Lietchenstein, oltre all’Ungheria, che almeno sulla carta è molto equilibrato.