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Giorgio Chiellini a Vivo Azzurro TV: “La vittoria dell’Europeo mi ha lasciato ricordi incancellabili”

Emozioni, gioie e ricordi dell’ex capitano azzurro, 117 presenze e 8 reti con la maglia della Nazionale, che proprio oggi compie 41 anni: "La BBC difesa più forte della storia? Se penso a Baresi, Maldini, Nesta, Cannavaro, non mi ritengo certo più forte di loro"

giovedì 7 agosto 2025

Giorgio Chiellini a Vivo Azzurro TV: “La vittoria dell’Europeo mi ha lasciato ricordi incancellabili”

117 presenze e 8 reti in Nazionale, la coppa di EURO 2020 alzata da capitano e poi i 9 scudetti di fila vinti con la maglia della Juve, il club in cui ha militato per ben 17 stagioni e di cui è attualmente dirigente, con il ruolo di ‘Director of Football Strategy’. Questi i numeri più importanti della straordinaria carriera di Giorgio Chiellini, protagonista dell’intervista disponibile, a partire da oggi, 14 agosto (proprio nel giorno del suo compleanno) su Vivo Azzurro TV: “Sono un ragazzo fortunato – dice – come cantava Jovanotti in una delle mie canzoni preferite”.  

Al microfono della piattaforma OTT della FIGC l’ex azzurro ha ripercorso tutta la carriera, partendo dagli anni nelle giovanili al Livorno: “La passione per il calcio è sbocciata fin da quando ero un bambino. Allo stesso tempo, assecondando i valori che mi hanno trasmesso i miei genitori, l’altra priorità è stata lo studio, che non ho mai trascurato. E devo dire che, quando mi sono laureato in Economia e Commercio, la gioia vissuta in famiglia è stata più o meno pari a quella provata in occasione di qualche grande successo sportivo”.

“Ho giocato praticamente in tutte le Nazionali giovanili – racconta Chiellini - seguendo un percorso formativo fondamentale. Da ragazzo già mi sembrava un sogno vestire le maglie dell’Under 15 o dell’Under 16”.  Il debutto nel professionismo avviene nei primi anni Duemila, in C1, con la maglia del Livorno. La stagione 2004-05, l’unica alla Fiorentina, segna l’esordio in Serie A. L’anno seguente si apre la lunghissima esperienza alla Juventus (2005-2022), di cui è attualmente dirigente: assieme alla Nazionale, la squadra della sua vita. 

“La Juve la considero una sorta di seconda famiglia, Torino è diventata la mia città. A questo club ho dato tanto: ho sacrificato in parte la mia vita privata, ma sono stato ripagato da successi sportivi straordinari e dall’affetto di milioni di tifosi”. Un percorso magnifico, vissuto insieme a grandi compagni e affrontando grandi avversari. “L’attaccante più forte che mi sono trovato di fronte? Zlatan Ibrahimovic, con cui ho anche giocato insieme quando è arrivato in Italia: una personalità importante. Il compagno che mi ha insegnato di più è stato Cristiano Ronaldo”.

“Se mi guardo indietro – sottolinea Chiellini – ripenso a qualche errore di gioventù, ad alcune intemperanze di inizio carriera. L’icona del ‘guerriero’ fa un po’ parte di me, ma in quegli anni era come se avessi bisogno di un nemico. Ho lavorato su questo aspetto: erano solo energie sprecate. Aggiungo che la nascita della mia prima figlia ha contribuito a compiere questo processo di maturazione”.

Una maturazione che lo ha portato a essere, per lungo tempo, uno dei leader della Nazionale. “Ricordo bene la prima volta che ho messo piede a Coverciano: era un torneo di Natale, avevo 15 anni. Se penso a tutto quello che c’è stato dopo mi vengono i brividi”. Dopo, sono arrivate 117 presenze (quinto nella graduatoria assoluta), l’Europeo vinto da capitano nel 2021 e anche qualche delusione.

“I Mondiali mi sono andati tutti male: nei due a cui ho partecipato, nel 2010 e nel 2014, non abbiamo superato il primo turno. Alle due edizioni successive non ci siamo nemmeno qualificati. Quando nel 2017 perdemmo il playoff con la Svezia non ho dormito per più notti”.

Amarezze cancellate dal trionfo di Wembley, contro l’Inghilterra, a EURO 2020 (che fu giocato nel 2021, causa pandemia). “Di quell’esperienza conservo ricordi incancellabili. Una soddisfazione pazzesca, condivisa con tutti i miei compagni. La ‘BBC’, Barzagli-Bonucci-Chiellini è una sigla che viene ricordata ancora oggi. È stata la difesa azzurra più forte della storia? No, anche se non c’è dubbio che, con gli amici Andrea e Leo, a cui aggiungo Buffon, abbiamo segnato un periodo del calcio italiano. Però, se penso a Baresi, Maldini, Nesta, Cannavaro… Beh, non mi ritengo certo più forte di loro. Guardando all’oggi, posso dire che, per esempio, Bastoni è fortissimo. E poi ci sono Calafiori, Buongiorno, che è giusto facciano il loro percorso senza troppe pressioni”.

“Pensando al prossimo Mondiale – aggiunge Chiellini – dico che i nostri ragazzi si ‘devono’ qualificare per dare questa gioia ai tanti bambini che ancora non hanno nemmeno visto l’Italia partecipare. Sogno una finale tra l’Italia e il Brasile allenato da Ancelotti, con cui tra l’altro mi dispiace di non aver mai lavorato. Sarebbe una partita storica”.