Gilardino: “Io e Toni compatibili". Dossena e la “lezione” inglese
lunedì 8 settembre 2008
“E’ venuto a salutarci e darci una grande carica, che peccato per Rino”. Così Alberto Giardino a margine dell’allenamento svolto a Gradisca d’Isonzo, ha commentato l’episodio insolito e accidentale che ieri ha costretto al forfait il centrocampista calabrese, rientrato in giornata a Milano.
A meno di 48 ore dalla sfida con la Georgia, “Gila” ha offerto una propria valutazione sulla prestazione di sabato a Larnaka, negato presunti dualismi in campo con Toni, e soprattutto ribadito la totale compatibilità con l’attaccante del Bayern. “Con Luca abbiamo già giocato partite importanti insieme, non è vero che ci pestiamo i piedi, con Olanda e Germania avevamo fatto bene nel 2006 prima dei Mondiali. Non si può giudicare un giocatore in questa fase della stagione” – ha sottolineato. “ Tutti abbiamo concluso da poco la preparazione e giocato ancora troppo poco per poter esprimere valutazioni e giudizi”.
Reduce da una stagione al di sotto delle attese, pagata con la mancata convocazione per gli Europei, Giardino sembra avere ritrovato smalto e determinazione con l’arrivo alla Fiorentina: “Il segreto per un calciatore è giocare con continuità e godere della fiducia di tutti - ha detto Gila – ora ce l’ho, sia in Nazionale che nella Fiorentina. Il futuro è mio? Credo di sì – ha risposto alla precisa domanda di un giornalista – ho 26 anni e tanta voglia di fare bene. Ora vorrei fare gol anche in azzurro dopo quello segnato contro la Juve in campionato”.
Mercoledì sera, per il match contro la Georgia che segna il ritorno degli Azzurri a Udine dopo 10 anni, è atteso come sempre un pubblico importante ed entusiasta. Un’ opportunità per rilanciare con forza l’immagine di un calcio vissuto in maniera positiva, ed emarginare definitivamente i comportamenti violenti di una frangia minoritaria e trasversale. A rimarcare la necessità di una svolta positiva è Andrea Dossena, esterno difensivo beniamino dei tifosi friulani, trasferitosi in estate al Liverpool: "Vedendo certe scene l'altra domenica a Roma ho fatto delle valutazioni e ho pensato di aver fatto la scelta giusta. Il problema della violenza non riguarda solo il calcio, ma la società in generale. Da noi le regole ci sono ma non vengono rispettate. E' chiaro che per quanto riguarda gli affetti, ogni giocatore vorrebbe restare nella propria nazione – ha affermato riferendosi alla scelta di trasferirsi oltremanica - ma in quanto a cultura sportiva l'Inghilterra resta un punto di riferimento.".