Nazionale Futsal

Futsal Euro 2014: alle 20.30 la finale Italia-Russia

sabato 8 febbraio 2014

Futsal Euro 2014: alle 20.30 la finale Italia-Russia

La Nazionale italiana di futsal è a 40 minuti dalla storia. Oggi, con inizio alle 20.30 e diretta tv su Eurosport, allo SportPaleis di Anversa gli azzurri di Roberto Menichelli si giocano il titolo di campione d’Europa. Tra l’Italia e una medaglia d’oro che manca dal 2003 c’è la Russia, che ieri ha spodestato una Spagna che aveva vinto le ultime quattro edizioni di fila. Gli Azzurri, invece, tornano in finale dopo sette anni dall’ultima apparizione, nel 2007 a Oporto: in quella occasione, fu la Spagna a imporsi 3-1, stavolta tutta l’Italia del futsal si augura un epilogo diverso. Diverso, lo è già stato rispetto alle ultime due competizioni internazionali a cui l’Italia ha partecipato: sia all’Europeo di Croazia che al Mondiale di Thailandia 2012, infatti, gli azzurri avevano conquistato una medaglia di bronzo. Stavolta, la medaglia è già sicura: resta soltanto da decidere il metallo.

La giornata di vigilia è trascorsa tra l’inevitabile emozione e la concentrazione per un evento che tutti i giocatori, fatta eccezione per Saad Assis (unico giocatore presente a Oporto, assieme a Menichelli, che faceva parte dello staff tecnico), non hanno mai vissuto: mattinata dedicata a massaggi e terapie, coordinate dal responsabile dello staff medico, dott. Nicola Pucci, e dai fisioterapisti Diego Falanga e Vittorio Lo Senno. Nel pomeriggio, invece, dopo qualche ora di meritato riposo, la squadra ha svolto l’allenamento di rifinitura allo SportPaleis di Anversa, teatro domani di un evento che ha attirato l’attenzione di tutti i media italiani e di tantissimi tifosi. Ben 1400 le richieste di biglietti arrivate dall’Italia alla Uefa e alla Divisione Calcio a cinque: lo SportPaleis, impianto che può ospitare oltre 15mila persone, è però tutto esaurito.

Tra Italia e Russia ci sono 16 precedenti, con sette vittorie azzurre, quattro pareggi e cinque sconfitte. L’ultimo risale al 5 febbraio 2012, fase a gironi dell’Europeo in Croazia. Finì 2-2, con l’Italia capace di recuperare due reti di svantaggio: a Fukin e Sergeev, risposero Lima e Fortino. Prima di Italia-Russia, alle 18 si giocherà la finale per il terzo posto tra Portogallo e Spagna.

Le dichiarazioni di Roberto Menichelli

Sui meriti dell’allenatore: “Il compito di un tecnico è quello di trovare il metodo giusto per far rendere meglio i giocatori. Stare al loro servizio, in modo da portarli a esprimere il massimo delle loro potenzialità”.

Sull’emozione di giocare la finale: “Fa piacere tornare a giocare una finale, perché soprattutto viene dalla continuità di risultati che fa piacere aver mantenuto. Giocare una finale è un motivo di grande soddisfazione, ma non pensiamo a cosa accadrà dopo.  Domani non c’è da pensare a un’altra gara: incontriamo una delle migliori squadre d’Europa e del mondo. E ovviamente faremo il massimo per vincere”.

Sul lavoro della squadra per arrivare fin qui: “Il lavoro fatto insieme è corposo: la squadra ha avuto continuità nelle convocazioni degli ultimi anni, anche se abbiamo inserito giocatori nuovi. Anche in questa competizioni ci sono esordienti, Giasson, Murilo e De Luca. A fianco di un blocco che va avanti nel tempo, abbiamo inserito giocatori di volta in volta nuovi. Quando arrivi alle semifinali, ci siamo fermati per due volte contro la Spagna, che sapete che tipo di forza ha. Stavolta siamo stati bravi a intraprendere un percorso che volevamo ci portasse qui, in finale”.

Sugli eventuali effetti del successo: “Mi auguro che il risultato che vede l’Italia in finale possa servire anche da traino a tutto un movimento sportivo su tanti versanti, certamente anche su quello della formazione tecnica. Me ne occupo personalmente: se l’attività dei corsi potesse avere uno slancio maggiore, sarebbe ancora meglio, anche se la formazione dell’allenatore in Italia è buona”.  

Sull’affetto dei tifosi: “Mi capita di ricevere messaggi di affetto da chi fa i corsi: quelli degli allievi sono i più sinceri, nel dimostrare affetto e vicinanza. Poi volevo fare un nome, che è quello di Marcio Forte, capitano fino al recente Mondiale. Ci teneva a fare una finale ma non ci è riuscito: lui non è qui con noi, ma è come se ci fosse. E Gabriel Lima è il degno erede per la fascia di capitano”.

Le dichiarazioni di Stefano Mammarella, portiere dell’Italia

Sulla Russia: “Ha grandissimi giocatori, da Pula a Cirilo, da Eder Lima a Sergeev. Temiamo la Russia, ma fino a un certo punto. Arrivare a giocare una finale per noi è un sogno, quindi ce la metteremo tutta. Se perdiamo? Sicuramente sarei arrabbiato”.

Sul duello con Gustavo, miglior portiere del mondo 2013 dopo che Mammarella lo era stato nei due anni precedenti: “Non è un incontro di boxe, credo che ci saranno due nazionali e due gruppi di fronte. Reputo Gustavo un grandissimo campione: non si sale sul podio o si diventa il portiere più forte del mondo per caso. C’è tanto lavoro e tanto sacrificio dietro. Gustavo negli anni ha lavorato duramente e si è meritato quello che ha vinto. Spero di riuscire a batterlo per portare l’Italia sul tetto d’Europa”.

Sulla scossa dopo il ko con la Slovenia: “E’ stata una partita chiave, dove abbiamo capito che dobbiamo affrontare ogni gara con la massima cattiveria e la massima voglia. Se non scendi in campo con quelle caratteristiche, non potrai mai portare a casa un risultato concreto. Anche quella è stata una chiave per raggiungere la finale”.

Sui messaggi di affetto ricevuti: “L’altra sera eravamo tutti insieme in una sala, i nostri telefoni andavano in fumo. Messaggi che sono arrivati anche da persone che solitamente non vedono il calcio a 5, anche gente di 60 o 70 anni. Ce n’è uno che mi ha fatto particolarmente ridere. Diceva: “Sabato in tv niente Maria De Filippi, si tifa Italia”.

Sulla maggior abitudine della Russia a giocare gare del genere: “La tensione si gestisce pensando alle cose belle che hai in mente, sia a livello sportivo che familiare. Dai tornei in parrocchia, alle feste in famiglia o con gli amici. Prima delle partite, appena esci dall’albergo sei già sul campo, pronto ad affrontare la partita. L’incoscienza di non aver mai giocato una finale (a parte Saad, ndr) può essere una cosa fondamentale. Da lì nasce la voglia di lottare, di correre, di prendere botte e non mollare fino all’ultima goccia di sangue”.

UEFA FUTSAL EURO 2014 – FINALE
(20.30, DIRETTA EUROSPORT)