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Folorunsho, oltre alla ‘scocca’ c’è di più: “Un anno fa era impensabile giocare l’Europeo, ma non ho mai smesso di sognare”

Convocato per la prima volta in Nazionale a marzo, il centrocampista romano di origini nigeriane ha esordito 10 giorni fa in maglia azzurra per poi scendere in campo anche nei minuti finali con l’Albania: “Fiero del mio percorso: tanti arrivano prima, qualcuno arriva più tardi”

mercoledì 19 giugno 2024

Folorunsho, oltre alla ‘scocca’ c’è di più: “Un anno fa era impensabile giocare l’Europeo, ma non ho mai smesso di sognare”

Gli ultimi tre mesi di vita di Michael Folorunsho sembrano l’epilogo di un romanzo di formazione, con il protagonista che dopo un lungo peregrinare raggiunge finalmente la maturità calcistica. A marzo la prima convocazione in Nazionale in occasione della tournée americana, il 20 maggio la salvezza conquistata da protagonista con il Verona, il 6 giugno la certezza che farà parte della spedizione a EURO 2024, tre giorni dopo a Empoli l’esordio in maglia azzurra nell’amichevole con la Bosnia. E non è tutto. Perché sabato scorso a Dortmund il centrocampista romano di origini nigeriane ha fatto anche la sua prima apparizione nel Campionato Europeo, entrando in campo per una manciata di minuti nel finale al posto di Nicolò Barella.

“Un anno fa – dichiara in conferenza stampa – per me era impensabile giocare l’Europeo con la Nazionale. Alla base di tutto c’è il lavoro, non ho mai smesso di sognare e questo mi ha spinto fin qui, ma è arrivati a certi livelli che viene il difficile perché bisogna restarci. Per me è un nuovo punto di partenza, so di essere indietro rispetto ai miei compagni, ma continuerò a lavorare giorno dopo giorno per cercare di migliorarmi”.

Anche domani con la Spagna, qualora Spalletti decidesse di buttarlo nuovamente nella mischia, non si tirerebbe di certo indietro: “Stiamo preparando questa gara molto bene, stiamo lavorando duro, mettendo tutto quello che abbiamo per arrivare pronti alla partita. Se gioco bisogna chiederlo al mister, per me è già un onore essere qui e mi farò trovare pronto. Sarei disposto a giocare in qualunque ruolo, anche in porta – aggiunge sorridendo – non mi faccio problemi di posizione. L’importante è dare un contributo alla squadra”.

Il cammino che lo ha portato in Germania inizia da lontano, dalla periferia romana, dove si fa apprezzare vestendo le maglie di Vigor Perconti, Tor Sapienza e Savio prima di passare alle giovanili della Lazio. Va quindi a farsi le ossa in Serie C, alla Virtus Francavilla, collezionando in due stagioni 61 presenze e 8 reti e attirando l’attenzione del Napoli, che lo acquista per un milione di euro per girarlo in prestito. Sale su un ottovolante Michael: Bari, Reggina, Pordenone, ancora Reggina e Bari. Poi la svolta la scorsa estate: Baroni, che lo aveva già allenato a Reggio Calabria, lo vuole a Verona. Dal Sud al Nord Italia, il giro d’Italia continua. Ed è in maglia gialloblù che da promessa diventa una delle più belle realtà del campionato di Serie A, dimostrando di saper coniugare una ‘scocca’ importante (Spalletti dixit) a tecnica e velocità. Il bilancio parla di 34 presenze e 5 gol, numeri che fotografano solo in parte una stagione che la visto caricarsi spesso la squadra sulle spalle.

“Ogni calciatore deve fare il suo percorso, non cambierei mai il mio e sono fiero di ciò che ho fatto. Ho continuato a lavorare e ora sono pronto per queste sfide, che prima pensavo fossero troppo grandi per me. Tanti arrivano prima, qualcuno arriva più tardi”. La dedica per la convocazione è alla famiglia (“che mi ha sempre sostenuto”), la speranza è di poter far felici milioni di tifosi: “È bellissimo incontrare tanti italiani in giro per il mondo pronti a sostenerci e abbracciarci. Vogliamo renderli orgogliosi”.

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Diario EURO 2024, 19 giugno: la conferenza stampa di Spalletti e Folorunsho