FIFA Beach Soccer World Cup: il sogno azzurro diventa un incubo, Italia subito fuori

Squadra senza anima, per le troppe assenze: in tanti hanno rinunciato per non saltare gli impegni nei campionati dilettantistici. Tre partite e tre sconfitte nel girone eliminatorio. Bene invece gli arbitri italiani.

martedì 14 novembre 2006

FIFA Beach Soccer World Cup: il sogno azzurro diventa un incubo, Italia subito fuori

Rio de Janeiro bella come non mai, la culla carioca del Brasile che chiunque ci sia stato custodisce per sempre nel suo cuore, con quel pizzico di saudade che ti prende appena la lasci. Copacabana dalle mille luci e colori, forse oggi con meno lustrini di Ipanema o Leblon ma sempre più vera anima e vero stomaco di una città che si sente capitale pur non essendolo, spodestata dalla amministrativa Brasilia e dalla commerciale San Paolo. Sull’altare di questo ombelico del mondo, per 15 giorni, quasi come il Carnevale a febbraio, è salito il beach soccer, con la seconda edizione della Fifa World Cup di settore, che ha portato sulla spiaggia più sognata dell’universo i più grandi campioni dei 5 continenti. Dalla vecchia Europa, con tanto di ambizioni iridate, è sbarcata sul suolo brasiliano anche la Nazionale italiana, con la livrea di campione d’Europa 2005 ed una corte delle grandi occasioni. Un idillio, la consacrazione del beach soccer italiano che però, giorno dopo giorno, si è trasformato in un incubo: un’Italia irriconoscibile, stanca, priva di ambizioni, psicologicamente fragile, si è sciolta come neve al sole, per colpa di mille e più motivi che i responsabili, dirigenti e staff tecnico, stanno affrontando in questa fase di riprogrammazione della stagione 2007.

Tre partite, la breve esperienza del girone eliminatorio, tre sconfitte, una diversa dall’altra ma sempre con lo stesso comun denominatore: l’apatia di una squadra che invece fino ad oggi ci aveva fatto sognare in giro per il mondo, da quando, dal 2004, la Figc e la Lnd avevano trasformato questo sport in una disciplina federale affiancata al calcio, al calcio a 5 e al calcio femminile.

E pensare che la spedizione era partita sotto ottimi auspici: una preparazione studiata nei minimi dettagli dallo staff tecnico e supportata dalla LND e dal Dipartimento Beach Soccer: tre raduni di preparazione a Terracina, dove, chissà, in futuro potrebbe nascere un punto di riferimento per la preparazione della Nazionale azzurra; la partecipazione al torneo di La Reunion, praticamente dall’altra parte del mondo, nell’Oceano Pacifico, per testare stato di forma ed anche, perché no, abitudine ai lunghi spostamenti. Poi la partenza verso Rio, come dicevamo con grande convinzione nei propri mezzi, nonostante le assenze che, nel frattempo, erano arrivate come un sasso gettato nello stagno: il cerchio si era fatto sempre più largo ed alla fine il Ct Agostini aveva dovuto rinunciare a numerosi elementi della rosa o ai nuovi innesti che aveva deciso di fare. La lista degli assenti alla fine recitava così: Carotenuto, Carnevale, Tresoldi, Pastore (tutti con lunga militanza nel gruppo), Condorelli, Chiavaro (i più emergenti talenti del campionato di Serie A Enel). In generale, aldilà di stuazioni particolari e personali, il motivo era soprattutto riconducibile all’assenza che il Mondiale li avrebbe costretti rispetto ai propri club di calcio. Resta il fatto, in fase di bilancio tecnico, che le assenze hanno rappresentato comunque un fardello pesante per affrontare un Mondiale così duro, così equilibrato, così difficile: dal punto di vista psicologico, perché nel gruppo si respirava aria di sfiducia verso i nuovi,  e dal punto di vista tecnico, perché in effetti non si possono sostituire certi giocatori dall’oggi al domani, nonostante tutte le buone intenzioni di chi ci ha provato.

LE TRE GARE – Alla fine l’Italia ha chiuso il suo Mondiale nel giro di 8 giorni: arrivo il 31 ottobre e partenza l’8 novembre, dopo 3 sconfitte in 3 gare, 0 punti conquistati, un saldo reti di -5, nessun lampo da citare se non i 4 gol del sempre inesauribile Pasquali. Venivano le lacrime agli occhi guardarlo dannarsi l’anima in campo per tentare di salvare la baracca; gettarsi su ogni pallone con quel suo dinoccolamento che chi lo conosce sa che sta per far gol in qualsiasi momento e da qualsiasi duna del campo; provarci sempre su punizione con quel suo passo a rimbalzo e quella palla piazzata così in alto che solo lui riesce a mandarla sotto al sette o rasoterra a schiacciare sulla sabbia senza mai far capire nulla ai portieri; cercare una giustificazione alla sconfitta, a fine gara, rosso in volto dopo 36’ senza pace, davanti ai microfoni dei giornalisti brasiliani increduli delle nostre disfatte. Si comincia con il Bahrein e l’aria è quella delle giocate sicure (visto che uno dei siti più importanti del mondo quotava anche la World Cup): ed invece finiamo stesi 4-2 (ed era 4-1 fino a pochi secondi dalla fine…) tanto da far gridare alla disfatta più brutta della nostra storia. La prima “Corea” del beach soccer, con tanto di errori grossolani in difesa.

“Non perdiamoci d’animo. Basta vincere le prossime due gare e siamo qualificati lo stesso.” È il refrain che incoraggia la truppa, ma è anche una convinzione di tutti, dirigenti, tecnici, giocatori e tifosi. Si, gli italiani di Rio, che tramite il Consolato sono venuti ad incitare gli azzurri sugli spalti, con l’orgoglio di chi, a migliaia di kilometri di distanza e nel paese che ha il calcio nel suo dna, si sente forse ancora più campione del mondo di quanto ci sentiamo noi. E non dispera. Nemmeno noi. Ed in effetti gran parte del secondo match, quello con la Nigeria, lo giochiamo meglio, non al massimo, ma con la giusta concentrazione e l’opportuna concretezza. Andiamo in vantaggio, subiamo un pari rocambolesco ma torniamo avanti di 2 gol. Sul 3-1 a 5’ dalla fine siamo a posto: 3 punti, differenza reti rimessa a posto (0) e forse questo Mondiale può tornare quello che ci aspettavamo. Qui però si consuma il suicidio dal quale non torneremo più indietro. Subiamo 3 gol in 5’, perdiamo gioco, partita e incontro, nel senso che la sconfitta ci esclude anche dal Mondiale e dopo due gare potremmo già tornare a casa se non ci fosse da onorare l’ultimo match con l’Argentina. Che comunque diventa un pro forma: i sudamericani già hanno la testa ai quarti, noi vorremmo centrare la nostra prima vittoria al Mondiale (perché un anno fa non riuscimmo a qualificarci)ma non riusciamo a trasmettere questo stimolo dalla testa alle gambe e il risultato finale è una fotocopia delle prime uscite: 3-1 per i biancazzurri. Il capodelegazione azzurro Sandro Morgana, vicepresidente LND, commenta così a caldo la conclusione della nostra avventura al Mondiale: “Non possiamo essere soddisfatti per il risultato tecnico che ci ha visto perdenti. Non ritengo tuttavia di colpevolizzare nessuno, tantomeno i calciatori che in questo momento sentono il peso della sconfitta. E’ evidente che la LND e il Dipartimento Beach Soccer in sede di programmazione per la stagione sportiva 2007 anche sulla base di questa esperienza trarranno ogni utile conclusione. Speriamo che il futuro possa riservarci altre soddisfazioni. Per rialzarsi bisogna cadere e noi siamo caduti. Intanto ritengo doveroso ringraziare per l’impegno e per gli sforzi profusi i collaboratori, il tecnico ed i calciatori.”

IL RESTO DEL MONDIALE – Le fasi decisive della Fifa World Cup le viviamo, anche noi, da casa, attaccati alla programmazione di Sky Sport 1 e Sky Spoirt Extra che, con le voci di Dario Massara e Riccardo Trevisani, raccontano il più grande evento del beach mondiale, che ormai ha conquistato i telespettatori di tutti i continenti (oltre 160 tv accreditate a Rio de Janeiro). Nei quarti, la copertina va alla rissa tra Argentina e Uruguay, per una palla messa fuori per infortunio e mai restituita (e con gol dell’Uruguay scappato proprio in questa occasione…): scazzottata in mezzo al campo, gente che si rincorre con le sedie in mano e la polizia che a fatica calma gli animi. Per il resto, il Brasile passeggia sul Canada che, due giorni prima, aveva “matato” la Spagna campione d’Europa in carica, messa ko e fuori al primo turno (l’altra grande sorpresa), la Francia passa di misura sul Giappone nel replay della semifinale 2005, e il Portogallo mette fine al sogno del Bahrein, i cui giocatori, per la qualificazione ai quarti, avevano ricevuto la cifra record di 10.000 dollari ciascuno. Nelle semifinali gli accoppiamenti confermano lo schema del 2005: Portogallo e Brasile di fronte, la Francia che ha sulla carta il match più facile. I galletti di Cantona, però, non riescono a centrare la seconda finale di fila e cadono ai rigori contro il sorprendente Uruguay, inatteso finalista per l’oro. Non riesce il colpaccio del 2005, invece, al Portogallo: quando nel terzo tempo Madjer si spegne, infatti, il Brasile rimonta da 3-4 a 7-4 e vince la sfida con l’ex madrepatria e torna in finale dopo lo shock di un anno fa. Senza Jorginho e Nenem, due delle più grandi stelle del beach soccer, il Brasile torna sul tetto del mondo, battendo l’Uruguay e confermando che i più forti restano loro. Grande Mondiale per Benjamin, Junior Negao, Buru e tutti gli altri. 

 

IL RIEPILOGO DELLA FIFA WORLD CUP

 

GIRONE A        

Brasile – Polonia 9-2

Usa – Giappone 4-8

Brasile – Giappone 10-2

Polonia – Usa 2-4

Brasile – Usa 10-6

Polonia – Giappone 8-5

Classifica: Brasile 6, Giappone, Usa e Polonia 3.

Qualificate: Brasile e Giappone (miglior diff. reti).

GIRONE B

Francia – Spagna 7-4

Canada – Iran 7-6 dcr (6-6 dts)

Francia – Canada 8-1

Iran – Spagna 1-6

Francia – Iran 6-3

Spagna – Canada          0-4

Classifica: Francia 9, Canada 5, Spagna 3, Iran 0.

Qualificate: Francia

GIRONE C

Isole Salomon – Camerun 5-2

Portogallo – Uruguay 5-4

Uruguay – Isole Salomon 10-5

Portogallo – Camerun   10-3

Camerun – Uruguay      4-3 dcr (3-3 dts)

Isole Salomon – Portogallo 2-14

Classifica: Portogallo 9, Uruguay 3, Isole Salomon 3, Camerun 2.

Qualificate: Portogallo.

GIRONE D

Argentina – Nigeria       5-4

Bahrein – Italia             4-1

Italia – Nigeria              3-4

Argentina – Bahrein      2-1

Bahrein – Nigeria          9-8 dcr (5-5 dts)

Italia – Argentina          1-3

Classifica: Argentina 9, Bahrein 5, Nigeria 3, Italia 0.

Qualificate: Argentina e Bahrein.

 

QUARTI DI FINALE

Canada – Brasile 1-12

Francia – Giappone 3-2

Uruguay – Argentina 2-1

Portogallo – Bahrein 6-2

SEMIFINALI

Francia – Uruguay 2-3 dcr (2-2 dts)

Brasile – Portogallo 7-4

FINALI

3° e 4° posto: Francia – Portogallo 6-4

1° e 2° posto: Brasile – Uruguay 4-1

 

I TABELLINI DEGLI INCONTRI DEGLI AZZURRI

 

1° giornata, 2 novembre 2006

ITALIA – BAHREIN    1-4

Italia: Rasulo, Galli, Pasquali, Sansonetti, Fruzzetti, Della Torre, Vasile, Leghissa, Feudi, Palmacci, Ahmed, Scalabrelli. All. Agostini

Bahrein: Mohamed, Ali, Ebrahim, Khalifa, Salem, Omar, Hamed, Yusuf, Alabdulla, Hashem, Saleh, Almannaei. All. Gustavo.

Arbitri: De Carlos (Bra), Infantes (Ven)

Marcatori: nel pt 5’ Alì, 6’ Salem; nel st 10’ Pasquali; nel tt 6’ Salem, 8’ Salem.

Note: ammoniti Pasquali e Fruzzetti (I).

 

2° giornata, 4 novembre 2006

ITALIA – NIGERIA 3-4 (1-0; 2-1; 0-3)

Italia: Rasulo, Galli, Pasquali, Sansonetti, Fruzzetti, Della Torre, Vasile, Leghissa, Feudi, Palmacci, Ahmed, Scalabrelli. All. Agostini

Nigeria: Isa, Olawale, Okemmiri, Okpara, Agu; Ebibor, Usman, Ibenegbu, Francis, Agu, Onigbo, Otorogu, Oluwaniyi. All. Emeteole.

Arbitri: Joao Duarte (Bra), Erick Chavarria (Crc)

Marcatori: nel pt 11’ Ahmed (I); nel st 2’ Ibenegbu (N), 4’ e 5’ Pasquali (I),  nel tt 5’ Olawale (N), 11’ Olawale (N), 12’ Onigbo (N).

Note: ammoniti Sansonetti, Leghissa (I).

 

3° giornata, 6 novembre 2006

ITALIA – ARGENTINA 1-3

(0-1; 0-1; 1-1)

Italia: Rasulo, Galli, Pasquali, Sansonetti, Fruzzetti, Della Torre, Vasile, Leghissa, Feudi, Palmacci, Ahmed, Scalabrelli. All. Agostini

Argentina: Salgueiro, S. Hilaire, Lopez, Andrade, E. Hilaire; Casado, Franceschini, Paradisi, F. Hilaire, Minici, Baca, Mendoza.

Arbitri: Buaiz e De Carlos (Bra)

Marcatori: nel pt Lopez (A), nel st 12’ Andrade (A), nel tt 1’ S. Hilaire (A), 4’ Palmacci (I).

 

GLI ARBITRI ITALIANI SCALANO I VERTICI MONDIALI

Gli ultimi giorni del Mondiale, nonostante l'Italia fosse già rientrata a casa da quasi una settimana, hanno continuato a parlare italiano. A tenere alti i colori della nostra federazione, infatti, sono stati i nostri tre arbitri internazionali Vincenzo Cascone, Michele Conti e Fabio Polito, che formavano la truppa nazionale più numerosa dopo i brasiliani. E anche questo è un piccolo successo per i fischietti italiani dell'AIA.

I nostri ragazzi alla fine si sono tolti molte soddisfazioni: quattro gare dirette per Conti e Cascone, e per entrambi una semifinale: Conti in Francia - Uruguay, Cascone (dopo l'accesissimo quarto tra Argentina e Uruguay) nel classico Brasile – Portogallo, da tutti considerato la finale anticipata. Insomma un vero successo: a completarlo infatti ci sono le due gare dirette da Polito (Canada - Iran e Brasile – Usa) nel 1° turno.

Per i nostri arbitri il bilancio finale è: 10 gare dirette sulle 32 in programma (tra cui un quarto di finale e 2 semifinali!), sempre con buone referenze da parte del capo del settore arbitrale inviato dalla Fifa, lo spagnolo Garcia Aranda. Nel nostro piccolo, grazie a loro, il beach soccer italiano è andato bene...Consoliamoci così!

 

Il riepilogo delle gare dirette dagli arbitri italiani

 

Primo turno

3/11     usa-giappone                cascone

3/11     canada-iran                  polito

5/11     brasile-giappone           conti

6/11     baherin-nigeria             conti

6/11     camerun-uruguay         cascone

7/11     francia-iran                   conti

7/11     brasile-usa                    polito

 

Quarti di finale

9/11     argentina-uruguay         cascone

 

Semifinali

11/11   francia-uruguay            conti

11/11   brasile-portogallo          cascone