Donadoni: "Per vincere bisogna fare una partita di calcio e divertirsi. I ragazzi lo sanno"
sabato 21 giugno 2008
E’ un Donadoni concentrato e sorridente quello che arriva in sala stampa all’Happel Stadion di Vienna dopo un’ora e un quarto di allenamento. Il Ct non vede l’ora di scendere in campo. Giocare è il miglior modo per scaricare le tensioni. Niente è ancora deciso o perlomeno Donadoni non fa trapelare niente delle sue idee anti Spagna. “Ho ancora l’allenamento di domattina per decidere quindi niente è deciso. Ho tempo per lavorare e operare le scelte migliori. Come si sopperisce all’assenza di due giocatori come Pirlo e Gattuso? Avevo deciso di farli riposare comunque- scherza il Ct- a parte le battute, loro sono due giocatori importanti, ma chi è qui ha tutte le carte in regole per poter scendere in campo e ha soprattutto la fiducia di tutto il gruppo. In una competizione ci sta di perdere qualche giocatore per squalifica. Come sta Aquilani? Sta crescendo bene”.
Il Ct aspetta anche le reti di Luca Toni, ancora a secco in questa competizione, ma la cosa non lo preoccupa. “Io non ho mai guardato le statistiche, lo sapete. Mi, auguro sicuramente che Luca riesca a fare gol, anche per lui, visto che segnare per un attaccante è importante. Se alla fine a segnare è, però, un difensore, per me va bene lo stesso. L’importante è vincere. Se Luca giocasse come ha fatto con la Francia, io sarei contentissimo. Il rigore, che ha conquistato, vale due gol”.
Donadoni non si sente un ‘ripescato’ e non vuole fare analogie con competizioni e situazioni passate. “Non mi sembra che l’Italia sia ripescata. Le cose non sono state facili come potevano essere, perché abbiamo sbagliato la prima partita. Poi, però, credo si sia vista una buona Italia che ha vinto meritatamente l’ultima gara con la Francia. Lasciamo perdere le analogie, viviamo la realtà, viviamo il nostro momento. Anche perché il calcio è strano come avete visto ieri sera”.
Il Ct analizza anche lo strano andamento di questo Europeo. “Ci sono squadre che sono partite scoppiettando, altre che sono cresciute man mano. Poi i quarti hanno invertito questa tendenza. Le valutazioni non possono essere fatte solo in termini di risultati. Noi siamo andati in crescendo, ma ripeto, bisogna tener conto di tante valutazioni. Per esempio, l’amichevole di Elche a marzo, ci darà sicuramente delle indicazioni, ma da allora è passato davvero tanto tempo e le cose sono diverse sia dal punto di vista mentale che fisico”.
Il tecnico azzurro non crede alle statistiche e il fatto di una Spagna che non vince mai nelle competizioni importanti non lo tranquillizza affatto, anzi. “La Spagna è un’ottima squadra, nelle competizioni con la Nazionale non ha mai ottenuto grandi risultati, ma questo è un’aggravante per noi, perché dovremo stare molto attenti, alla loro voglia, alla loro determinazione, alla loro fame di vittoria. Che ricordo ho della sfida del 1994 quando c’ero anche io? Mi ricordo tanta fatica e una Spagna agguerritissima, fu una battaglia dura e complicata anche dall’orario inusuale in cui venne giocata”.
Donadoni non si sente ne in credito, ne in debito con la fortuna. “Sappiamo che nel calcio la fortuna a volte ha un ruolo determinante. Un palo può voler dire continuare o andare a casa, ma sappiamo che questo è un aspetto del nostro lavoro. Non mi piango addosso e non mi esalto troppo come sempre. Io credo di aver messo anima e corpo in quello che ho fatto, e tutti noi puntiamo al massimo”.
Donadoni analizza anche le differenze fra la Spagna e la Francia. “La Spagna è più tecnica e meno fisica e quindi per certi versi più difficile da affrontare. Dovremo tenere conto anche di quello. I miei a livello fisico tutti hanno recuperato discretamente, ma fondamentale in queste gare è l’aspetto mentale. In un quarto di finale di un Europeo, dove non arriva il fisico arriva la testa”.
Il Ct parla anche della nuova coppia difensiva Panucci-Chiellini, probabilmente inattesa all’inizio di questo Europeo. “Panucci e Chiellini li ho portati per la loro duttilità e bravura nel coprirmi tutti e quattro i ruoli di difesa. Purtroppo si sono verificati dei contrattemi che alla fine mi hanno fatto decidere per questa scelta, ma lo ripeto, chi è qui ha tutte le carte in regola per giocare”.
Donadoni poi ha anche un pensiero per chi è meno fortunato e si carica addosso di una responsabilità speciale. “Noi vogliamo continuare a credere in quanto fatto fino ad oggi. Il paese ci guarda, io voglio ringraziare anche coloro che sono ammalati e che trovano nell’appoggio alla nazionale un motivo di speranza. Tra questi un gruppo di malati dell’ospedale Niguarda di Milano che mi hanno scritto. La loro lettera è stata molto toccante, vi posso assicurare che ce la metteremo tutta anche per loro. Quando ricevi queste lettere ti senti quasi in dovere di dare loro qualcosa. Sono persone che ti trasmettono positività”.
Il mister sa che ci vorrà una grande Italia per ottenere un risultato di prestigio. “Io credo che tutto sia importante per il risultato finale, ci vuole tutto. Ci sono moltissime componenti, i ragazzi sanno che devono fare prima di tutto una partita di calcio e devono divertirsi e per divertirsi bisogna fare le cose per bene. Domattina parleremo con ancora più precisione. La Spagna è una squadra che si prepara molto con il fraseggio e spinge molto sugli esterni, ma ha anche altre soluzioni. Ha tante caratteristiche che conosciamo, ma anche noi abbiamo delle peculiarità, le dobbiamo sviluppare e non snaturarci per in nostri avversari. Noi temiamo loro, ma anche loro temono noi. Sia io che Aragones adotteremo degli accorgimenti, ma ognuno punterà sulle proprie qualità”.
Ultimo pensiero è per un giocatore, come Antonio Di Natale, che dopo la prima gara non è sceso più in campo. “Di Natale sta bene è un ragazzo con il quale ho un feeling particolare, perché è un ragazzo che ha una testa e sa valutare le situazioni. Nella mia considerazione non è cambiato assolutamente niente, la mia stima nei suoi confronti non è alterata e sono convinto che si sarà ancora bisogno di lui”.