Con l’Inghilterra una sfida che evoca dolci ricordi. Mancini: “Sarà dura, ma questa non è una finale”
Undici mesi dopo il trionfo nell’Europeo, domani a Wolverhampton l’Italia ritrova gli inglesi per il terzo incontro di Nations League. Il Ct: “Era impossibile anticipare questo nuovo ciclo”. Tonali: “Non mi voglio sentire leader, tutti devono sentirsi parte del gruppo”venerdì 10 giugno 2022
Difficile non tornare con il pensiero a undici mesi fa, a quella Coppa alzata sotto il cielo di Londra. Solo duecentosettantadue chilometri separano Wembley dal Molineux Stadium di Wolverhampton, dove domani sera (ore 20.45, diretta su Rai 1 – arbitra il polacco Marciniak) la Nazionale affronterà l’Inghilterra nel terzo incontro della Nations League. In palio stavolta ci saranno soltanto tre punti utili per il Gruppo 3 di Nations League, che vede l’Italia in testa alla classifica e la nazionale di Southgate fanalino di coda del girone.
“Sarà una partita dura – avverte Roberto Mancini dalla stampa del Molineux Stadium - come tutte le gare che si giocano contro l'Inghilterra. Non è una rivincita, questa è una partita completamente diversa da una finale. Poi si gioca qui, dove solitamente non gioca la Nazionale, e a porte chiuse. Sarà un'altra cosa”. Quel che è certo è che l’Inghilterra resta una rivale di assoluto livello: “L'Inghilterra ha tanti top player, difficile indicarne solo uno. Con Germania, Spagna e altre quattro o cinque è tra le favorite del Mondiale”.
Domani scenderà in campo un’Italia molto diversa da quella che superò Kane e compagni ai rigori laureandosi Campione d’Europa. Non ci saranno infatti Bonucci, Chiellini, Jorginho e Verratti, né i tre titolari del tridente di quella sera – Insigne, Immobile e Chiesa – e i due attaccanti subentrati in corsa, Berardi e Bernardeschi. E diversa sarà anche la cornice di pubblico, visto che proprio a causa dei disordini scoppiati in occasione della finale di Wembley la UEFA ha imposto all’Inghilterra di giocare a porte chiuse, autorizzando solo la presenza sugli spalti di 1.500 bambini delle scuole calcio. “Non abbiamo ancora deciso chi giocherà – sottolinea Mancini annunciando l'impiego di Scamacca al centro del tridente – un po’ di cambi ci saranno sicuramente, dobbiamo valutare le condizioni dei ragazzi che hanno giocato due partite in quattro giorni. Potessimo riuscire a non stravolgere tutto sarebbe meglio. Ma per fare un esempio Cristante ha giocato due gare in quattro giorni e ce n'è un'altra tra tre giorni: è un ruolo particolare e non ci sono troppe scelte, visto che abbiamo Bryan, Esposito e forse Locatelli. I ragazzi più giovani vorrei farli debuttare tutti se ce ne sarà la possibilità”.
A chi gli chiede se non sarebbe stato meglio anticipare questo nuovo ciclo azzurro, magari in occasione dei play off Mondiali, il Ct risponde: “Era una cosa impossibile da fare, non c’era tempo e non c’era una logica. Abbiamo vinto l'Europeo e dopo un mese e mezzo abbiamo iniziato a giocare. Quella era la squadra che aveva anche iniziato le qualificazioni Mondiali e, a parte Chiellini e Bonucci, si tratta di tutti ragazzi sotto i 30 anni. Anche a Palermo con la Macedonia non è che avessimo in campo giocatori con più di 32-33 anni, erano tutti ragazzi di 27-28 anni". In futuro in ogni caso ci sarà ancora spazio per i Campioni d’Europa: “Molti di loro ci torneranno utili anche per le qualificazioni europee. Questi ragazzi qui con un po' di quelli dell'Europeo fanno una bella squadra. Dobbiamo puntare sui giovani, all'Europeo e al Mondiale del 2026 che proveremo a vincere”.
Mancini fa poi l'in bocca al lupo a Rino Gattuso per la sua nuova avventura sulla panchina del Valencia: "Attorno a lui si stava creando una situazione ridicola. Sono convinto che farà grandi cose".
Con il Ct in sala stampa c’è Sandro Tonali che, partito nell’undici titolare sabato scorso al ‘Dall’Ara’ con la Germania ed entrato nei minuti finali del match con l’Ungheria, è alla ricerca di un ruolo sempre più centrale in questa Nazionale: “La strada è lunghissima – le parole del classe 2000 - questi sono i primi passi e devo continuare a fare ciò che sto facendo. In questo momento non mi voglio sentire leader, è un momento delicato per tutta la squadra. Bisogna essere uniti. Tutti, anche i più giovani, devono sentirsi parte del gruppo".
Tra i protagonisti dello scudetto conquistato dal Milan, è reduce da una stagione esaltante dopo un primo anno di rodaggio in rossonero. E’ uno dei 45 esordienti della gestione Mancini, la dimostrazione che investire sui giovani rende e che a volte basta saperli aspettare: “Giocare una stagione da titolare al Milan, giocare a un livello più alto della scorsa stagione mi ha aiutato parecchio. L'idea è proseguire così, per la Nazionale e per il Milan. Ora l'Italia è la cosa più importante, poi quando sarò al Milan la cosa più importante sarà il Milan. È cambiata solo la fiducia nel giocare e la spensieratezza: sembra una piccolissima cosa, ma in campo ti cambia tutto”.
Per il programma clicca qui
Per la cartella stampa clicca qui