Chiellini: “La Spagna è la nostra bestia nera, ma mi aspetto una partita equilibrata”
venerdì 24 giugno 2016
Non rievoca bei ricordi la Spagna per Giorgio Chiellini, nell’undici titolare nel 2008 quando la Nazionale di Donadoni fu eliminata ai rigori dalle Furie Rosse ai quarti e protagonista ridotto al ruolo di comparsa nella finale di Kiev di quattro anni fa, quando dopo 21 minuti e con la squadra di Del Bosque già in vantaggio di un gol fu costretto da un infortunio a lasciare il campo, vedendo poco più tardi svanire anche il sogno di alzare al cielo la coppa. “La Spagna – conferma in conferenza stampa - è un po’ la nostra bestia nera dal 2008, una partita che ha coinciso con l’inizio del loro ciclo d’oro. A parte la finale di Kiev sono sempre state sfide equilibrate, a Vienna nel 2008 e a Fortaleza in Confederations Cup siamo stati battuti due volte ai rigori e non meritavamo di perdere. Lunedì prevedo una gara equilibrata, dove il dettaglio può fare la differenza. C’è rispetto reciproco, sarà una bella partita e peccato che sia solo un ottavo di finale. Io questa crisi della Spagna non l’ho vista, è una squadra più viva rispetto al Mondiale e ha ritrovato la voglia di lottare e vincere”.
Il cammino verso un’ipotetica finale è in salita, colpa di un tabellone mai così sbilanciato con tutte le nazionali più blasonate dalla stessa parte. Ma Chiellini non è alla ricerca di alibi: “C’è tanta casualità in quello che si è verificato, non ci aspettavamo di vincere il girone e vincendo avrei preferito stare dall’altra parte del tabellone. Forse ci sarebbe voluta una maggior equità per l’accoppiamento dei quarti, dove alcuni gironi sono penalizzati. Sarà bello vedere tante nazioni affacciarsi a partite così importanti e probabilmente ci sarà qualche possibile sorpresa come è stato per la Grecia nel 2004 o per la Danimarca nel ’92”.
Membro d’onore di una difesa definita pochi giorni fa da Daniele De Rossi ‘la più forte del mondo’, Chiellini è il terzo azzurro della rosa per numero di presenze (86) e secondo goleador della squadra di Conte con 6 centri insieme a Graziano Pellè, che di mestiere però fa l’attaccante: “La difesa migliore del Mondo è quella che vince, la differenza sta tutta lì. E' difficile, lo sappiamo ma ora non abbiamo la forza di pensare alla vittoria finale. La nostra forza deve essere l'umiltà, il lavoro quotidiano e navigare a vista. Questo ci ha portato a battere il Belgio e la Svezia. Ora tutti dicono che si aspettavano l'Italia, ma in realtà nessuno ci aspettava”. E con il sorriso sulle labbra tira anche un po’ le orecchie a quella parte della stampa colpevole di avere mostrato poco equilibrio nei giudizi: “Non eravamo pippe prima, non siamo diventati fenomeni dopo la partita con la Svezia e non siamo tornati pippe dopo l'Irlanda. Chi ha giocato ha dato il massimo, abbiamo fatto qualche errore e lo abbiamo pagato. Ma da lì a bocciare le presunte riserve...Sono convinto che tanti di questi giocatori saranno importanti e decisivi in questo torneo”.
Detto che giocare in diffida non può e non deve costituire un problema (“Se ci sarà da prendere un giallo lo prenderemo, in partite da dentro e fuori non puoi pensare di gestire le ammonizioni”), il match con la Spagna sarà anche una sfida nella sfida con Morata: “Alvaro è un ragazzo speciale, con dispiacere lo saluto da ex compagno ormai. Sono contento per lui e merita di essere il centravanti della Spagna e del Real Madrid, mi dispiacerebbe venisse usato come merce di scambio per fare qualche soldo. Ha doti incredibili e un ampio margine di miglioramento, in questi due anni a Torino è cresciuto tanto a livello tattico e umano e abbiamo la presunzione di dire di averlo aiutato a crescere di giorno in giorno. Spero faccia male lunedì, ma gli auguro il meglio per il resto della sua carriera”.
Contro una delle nazionali più tecniche al mondo, la differenza potrebbe farla la condizione atletica: “Speriamo che il fatto di aver riposato in tanti l’ultima partita possa rappresentare un vantaggio. Per una squadra come la nostra è importante tenere alta l’intensità e il pressing, abbiamo fatto un lavoro molto intenso sin dal 18 maggio e la speranza è tenere questa condizione fino al 10 luglio”. L’ultima battuta è rivolta ai giornalisti, abituati ad assistere solo ai primi 15 minuti delle sedute: “Stiamo lavorando tanto e vi posso assicurare che dopo il primo quarto d’ora comincia il vero allenamento”.