Cento giorni al Mondiale: ultimo test, pareggio tra Italia e Camerun
mercoledì 3 marzo 2010
Cento giorni al Mondiale, ultimo test utile per prove ed esperimenti prima della lista dei 30 (11 maggio) e di quella definitiva dei 23 Azzurri (1° giugno) che partiranno per il Sudafrica. Pareggiano Italia e Camerun (0-0), senza colpi di scena, sul palcoscenico del Principato di Monaco, abituato al rombo dei motori e ben altri giri di pista.
Italia in maschera, aveva avvertito Lippi alla vigilia, e così è. Nel salotto di Montecarlo, solo tre campioni di Berlino, Cannavaro, Pirlo e De Rossi, due esordienti, Bonucci e Cossu, e una Nazionale sperimentale, legata ai numerosi infortuni. Subito in campo con Marchetti in porta, difesa a tre con Bonucci, Cannavaro e Chiellini, a centrocampo Maggio, De Rossi, Pirlo e Criscito, in attacco Cossu, Borriello – al ritorno in Nazionale dopo due anni e per la prima volta con Lippi – e Di Natale.
Prima occasione per gli Azzurri al 13’ su un’uscita maldestra del portiere camerunese, che perde palla, Chiellini spedisce in rete, ma è in netta posizione di fuorigioco e l’arbitro annulla. Le azioni migliori vedono Di Natale, molto attivo, protagonista anche se con poca fortuna; mentre a Borriello arrivano pochi palloni giocabili. Note positive arrivano dai due esordienti, Bonucci e Cossu, che danno il massimo per rispettare le indicazioni di Lippi.
Al 31’ bella triangolazione Pirlo-Cossu-Di Natale, neutralizza il portiere in uscita. Un minuto dopo un colpo di testa di Di Natale finisce fuori.
Nella ripresa scende in campo un’altra Italia. Lippi torna alla difesa a 4 con Maggio, Bonucci, Chiellini e Cannavaro, a centrocampo Marchisio, Gattuso e Montolivo, in attacco Di Natale, Pazzini e Cossu. L’impegno non manca, per qualcuno è l’occasione per meritare la conferma, per altri la possibilità di sperare ancora. E’ l’ultimo test utile, in questo senso: le altre due amichevoli in programma saranno il 3 e il 5 giugno a ridosso della partenza, a scelte già fatte. Meglio il primo tempo della ripresa. Sono poche le emozioni, come gli spazi che il Camerun chiude con abilità. Poi il fischio finale.