Buffon lascia tra le lacrime: “Dispiace chiudere così, l’Italia saprà rialzarsi”
martedì 14 novembre 2017
L’emblema della delusione è tutto nelle lacrime a fine partite di Gigi Buffon. Il portierone, campione del mondo nel 2006 in Germania e quarto giocatore della storia con più presenze nella propria nazionale (175), non potrà partecipare al suo sesto Mondiale. L’ultima notte in maglia azzurra è la più amara e davanti ai microfoni le sue lacrime arrivano in tutta Italia, facendo in pochi minuti il giro del Mondo: “Dispiace non per me ma per il movimento – sottolinea il capitano dopo aver abbracciato Gian Piero Ventura - abbiamo fallito un obiettivo che anche a livello sociale poteva essere davvero importante. Questo è l’unico rammarico che ho, anche se dispiace che la mia ultima partita ufficiale sia coincisa con una mancata qualificazione al Mondiale”.
L’Italia non volerà in Russia a giugno, eliminata da una Svezia che pur soffrendo ha saputo mantenere la porta inviolata per 180 minuti. "Non abbiamo sottovalutato l’avversario – spiega Buffon - perché chi gioca queste partite sa cosa vuol dire affrontare queste squadre. E' dispendioso recuperare un gol a livello mentale e psicologico, ci sono mancate energia e lucidità per segnare. La Svezia ha fatto la stessa gara dell'andata, è stato uno spareggio deciso da episodi, che a loro sono andati bene e a noi male: quando vanno male gli episodi vuol dire che hai delle colpe e quando vanno bene vuol dire che hai dei meriti”.
Nonostante un’eliminazione che brucia, Buffon è fiducioso per il futuro: “Abbiamo orgoglio e forza, siamo testardi e caparbi e dopo le brutte cadute troviamo il modo di rialzarci. Lascio una nazionale di ragazzi in gamba, che faranno parlare di loro, da Gigione Donnarumma a Mattia Perin che non mi faranno rimpiangere. Abbraccio tutti, chi mi ha sostenuto, i miei Barza, Chiello, Leo, Lele, con cui abbiamo condiviso tutti questi anni. Lo sport insegna a perdere in gruppo e vincere in gruppo, a dividersi i meriti e i demeriti. Il mister ha le stesse colpe che abbiamo noi e tutti quelli che hanno fatto parte di questa avventura".
La delusione lascia poi spazio alla tenerezza: “L'obiettivo era non fare piangere quei bimbi che sognano di giocare in Nazionale. Io ricordo bene che rimasi deluso, ma che con dignità non piansi davanti allo schermo per il palo di Rizzitelli in Russia (mancata qualificazione al Campionato Europe del 1992, ndr)".